agosto 23, 2010

ARMI CLIMATICHE. MOLTO PIÙ DI UNA SEMPLICE TEORIA DEL COMPLOTTO?

Il caldo anormale nelle regioni centrali della Russia ha già causato seri danni economici. Ha distrutto, senza difficoltà, il 20% degli appezzamenti agricoli del paese e, di conseguenza, il prezzo degli alimenti è destinato chiaramente a salire il prossimo autunno. Ma la cosa più grave è che gli incendi hanno infierito sulle terre di torba intorno a Mosca. In questi giorni, la maggior parte delle previsioni sul clima sono allarmanti: siccità, uragani e inondazioni diventeranno più frequenti e pesanti. Il Direttore del programma sul clima e sull’energia del Wildlife Fund, A. Kokorin, ha detto che la tendenza corrente non è un fenomeno casuale e non bisogna aspettarsi una sua diminuzione (1).

In questo particolare contesto, la credibilità delle proiezioni diffuse dal Wildlife Fund, un’influente organizzazione internazionale che dirige in tutto il mondo iniziative designate come programmi sulla protezione ambientale, è fuori questione (2).

Il motivo sta nel fatto che il riscaldamento globale, oggetto di appassionati dibattiti accademici (o, a volte, per niente eruditi), non è necessariamente un processo senza controllo. Per lo meno, l’incidenza di temperature insolitamente alte esclusivamente in Russia e in alcuni territori adiacenti richiede spiegazioni alternative.

Negli anni ’70, Z. Brzezinski evocò nel suo Between Two Ages il tema del controllo dei fenomeni metereologici, che considerava una forma più ampia di regolazione sociale. Senza dubbio, il peso del pensiero geopolitico statunitense non doveva rivolgersi solo all’aspetto sociale in sé ma anche alle potenziali implicazioni geopolitiche dell’influenza sul clima. Non fu l’unico autore a occuparsi della questione ma, per ovvie considerazioni, è improbabile che le informazioni sugli sviluppi nella sfera delle armi climatiche superino vincoli di secretazione in un immediato futuro.

M. Chossudovsky, un professore di economia della Ottawa University, ha scritto nel 2000 che il cambiamento climatico in corso potrebbe essere stato scatenato in parte dall’uso delle armi non letali di ultima generazione. Gli USA stanno senz’altro esplorando la possibilità di controllare il clima in diverse regioni del mondo. La tecnologia corrispondente è stata sviluppata nella struttura dello High Frequency Active Aural Research Program (HAARP) (3), il cui obiettivo è di costruire un potenziale per indurre la siccità, gli uragani, le inondazioni e i terremoti. Dal punto di vista militare, si ritiene che l’HAARP crei una nuova generazione di armi di distruzione di massa e un nuovo strumento di politica espansionista, che può essere usato per destabilizzare i sistemi ambientali e agricoli dei paesi presi di mira (4).

Tecnicamente, il sistema è noto per essere un apparecchio che emana radiazioni elettromagnetiche che colpiscono la ionosfera. Comprende 360 fonti e 180 antenne alte 22 metri (5). Nel complesso la stazione emette 3.600 kW verso la ionosfera, essendo il più potente sistema del mondo nel suo genere (6). Il programma, iniziato nel 1990, è stato finanziato dallo US Office of Naval Research e dallo US Air Force Research Laboratory e implementato da diversi laboratori universitari.

È naturale che, in alcune circostanze, si sollevino ipotesi di lunga portata. H. Chavez è stato messo in ridicolo per aver attribuito il terremoto di Haiti all’effetto di HAARP ma, ad esempio, sospetti analoghi si sono insinuati per il successivo terremoto del 2008 nella provincia cinese di Sichuan. Inoltre, c’è la prova che il programma statunitense per influenzare il clima abbracci non solo un certo numero di paesi e regioni, ma in parte ha basi anche nello spazio. Ad esempio, il velivolo orbitale X-37B che orbitava il 22 aprile 2010, da quanto viene riferito, aveva nuovi tipi di armi laser. Secondo il New York Times, il Pentagono nega ogni collegamento tra l’X-37B e qualsiasi arma da combattimento ma riconosce che il suo scopo è di supportare le operazioni di terra e di manovrare un certo numero di azioni ausiliarie (7). Il velivolo è stato costruito 11 anni fa come parte di un programma della NASA a cui è subentrata 6 anni fa la US Air Force e che l’ha totalmente secretato (8).

Le richieste di svelare i dettagli del programma sperimentale messo in pratica in Alaska vengono espresse sia dagli USA sia da molti altri paesi. La Russia non si è mai unita al coro, ma l’impressione è che gli sforzi mirati a un deliberato cambiamento climatico non siano un mito, e che in un futuro immediato la Russia – insieme al resto del mondo – fronteggerà un nuovo genere di minaccia. Al momento le armi climatiche possono raggiungere il loro scopo ed essere usate per causare siccità, distruggere i raccolti e provocare vari fenomeni anomali in alcuni paesi.

NOTE
(1)Odnako. – 2010. – № 28. – p. 33.
(2)Per i dettagli sulla Wildlife Fundation, vedi: http://www.globoscope.ru/content/aricles/2892/
(3)Program site: http://www.haarp.alaska.edu/. La stazione HAARP è situata in Alaska, 250 km a nord-est di Ankoridge.
(4)Chossudovsky M. Washington’s New World Order Weapons Can Trigger Climate Change // http://www.mindfully.org/Air/Climate–Change–Weapons.htm
(5)http://www.haarp.alaska.edu/haarp/gen.html
(6)http://www.kp.ru/daily/24494/648410/
(7)Surveillance Suspected as Spacecraft’s Main Role. Di William J. Broad // http://www.nytimes.com/2010/05/23/science/space/23secret.html? r= 1&hp
(8)Il Times ha affermato che lo strumento segreto potrebbe collaudare armi laser: http://www.newsru.com/world/24may2010/kosmorazvedhtml

Titolo originale: "Climate Weapons. More Than Just a Conspiracy Theory?"

Fonte: globalresearch.ca
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FEDERICA DI EGIDIO

agosto 16, 2010

La più amata dai criminali

La banconota da 500 euro è sempre più diffusa, anche se la maggior parte degli europei non ne ha mai vista una. I suoi estimatori infatti sono soprattutto narcotrafficanti ed evasori fiscali.

Quattro anni fa, in piena rimonta dell'euro sul dollaro, Jay-Z esibiva banconote da 500 euro in un video. Il rapper statunitense non è uno qualunque: dodici dischi incisi a partire dal 1996 e più di quaranta milioni di copie vendute – "I'm not a business man, I'm a business, man!" Nel 2006 le banconote europee hanno superato quelle statunitensi per diffusione mondiale, 62 anni dopo che Bretton Woods aveva siglato l'egemonia del biglietto verde.

Attraverso Mtv gli under-30 di tutto il mondo ella vecchia Europa: un biglietto del valore di 660 dollari – sei biglietti da cento, uno da cinquanta e uno da dieci racchiusi in un'unica banconota, senza una storia né una cultura alle spalle. L'ex spacciatore di crack, all'anagrafe Shawn Carter, abituato ad ammassare mazzette di banconote di taglio molto inferiore, capì immediatamente i vantaggi logistici di un pezzo di carta dal valore triplo: unità di conto, di scambio e riserva di denaro. La banconota da 500 è ormai praticamente un mito. Ma perché esiste?

La gran parte dei cittadini non ne ha mai usata una. Chi ha stabilito che la neonata Banca centrale europea (Bce) dovesse emettere una banconota con un potere d'acquisto senza eguali? In fondo si tratta di un bel regalo per l'economia sommersa: narcotrafficanti, prostitute, crimine organizzato, evasori fiscali e quant'altro. Il mezzo ideale per il riciclaggio del denaro sporco. L'euro lava più a fondo!

Il portavoce ufficiale della Bce ricorda che sei dei dodici membri fondatori dell'Unione disponevano già di banconote dal valore simile. Ma nei luoghi più poveri del pianeta 500 persone potrebbero sopravvivere un giorno intero dividendo il bigliettone in 500 monete da un euro e prendendone una ciascuno.

Un milione in due chili

Il primo agosto Stephen Fidler sosteneva sul Wall Street Journal che le popolarità di cui godono le banconote da 200 e 500 euro tra i criminali, i narcotrafficanti e gli addetti al riciclaggio di denaro è uno dei fattori che hanno garantito la solidità della moneta unica europea e la stabilità finanziaria dell'unione monetaria negli ultimi movimentati mesi. Se la Bce fosse un'impresa, il suo prodotto più venduto sarebbero proprio le banconote da 500, la maggior parte delle quali circola o viene accumulata fuori dai confini dell'eurozona.

Dalla data della creazione del biglietto da 500, nell'inverno del 2002, la sua emissione ha registrato una crescita annuale del 32 per cento, e si è passati dai 31 miliardi di euro complessivi di allora ai 285 miliardi attuali. Il 35 per cento degli euro in circolazione sono in biglietti da 500, nonostante ben poche persone abbiano avuto la possibilità di maneggiarli.

Se la Banca centrale europea emette ogni anno un 32 per cento in più di banconote di massimo taglio e praticamente nessuno le utilizza quotidianamente, non serve un genio per capire che esiste un mercato gigantesco che gira attorno al denaro sporco. Negli anni d'oro del denaro facile la Spagna, che rappresenta il 10 per cento dell'eurozona, si accaparrava il 40 per cento delle banconote da 500.

Stephen Fidler ricorda che già nel 1998 Gary Gensler, alto funzionario del dipartimento del tesoro statunitense, aveva espresso preoccupazione per la concorrenza al biglietto da 100 dollari – il massimo taglio emesso dagli Stati Uniti, equivalente ad appena 76 euro – e per l'uso che avrebbero fatto i criminali dei biglietti da 200 e 500 euro. Un milione di dollari in biglietti da 100 pesa quasi dieci chili. L'equivalente in biglietti da 500 euro meno di due chili.

Manuel Estapé Tous
Fonte: lavanguardia.es
traduzione di Andrea Sparacino

BOMBARDARE L' IRAN

Se affonderanno porteranno il mondo giù con loro.
Se e quando gli Stati Uniti ed Israele bombarderanno l'Iran (il che lo renderebbe il fortunato sesto paese preso di mira da Barack Obama) e questo vecchio triste mondo avrà un nuovo horror show da guardare in televisione, e scopriremo poi che l'Iran in realtà non stava costruendo armi nucleari dopo tutto, i media della corrente predominante e l'ottenebrata mente americana chiederà: "Perché mai non ce lo hanno detto? Volevano che li bombardassimo?" Queste stesse domande erano state poste nel caso dell'Iraq, dopo la scoperta del fatto che Saddam Hussein in realtà non possedeva alcuna arma di distruzione di massa. Comunque, in realtà, prima dell'invasione statunitense, degli ufficiali iracheni avevano affermato chiaramente, in diverse occasioni, che non possedevano armi di quel tipo. Me lo ha ricordato un recente servizio su Hans Blix, ex ispettore capo delle Nazioni Unite in materia di armi, che condusse una fallimentare caccia alle ADM (ndt. abbreviazione per "armi di distruzione di massa") in Iraq.

La settimana scorsa ha raccontato, nell'ambito dell'inchiesta britannica sull'invasione del marzo 2003, che si è scoperto che quelli che erano "sicuri al 100 per cento che ci fossero armi di distruzione di massa" in Iraq avevano "meno dello zero per cento di conoscenze" riguardo ai presunti nascondigli delle stesse. Egli ha testimoniato di aver avvertito il primo ministro britannico Tony Blair nell'incontro del febbraio 2003 - così come il segretario di stato USA Condoleezza Rice, in colloqui distinti - riguardo al fatto che Hussein non avrebbe avuto armi di distruzione di massa.(1)

Nell'agosto 2002, il vice primo ministro iracheno Tariq Aziz disse al giornalista Dan Rather sulla CBS: "Noi non possediamo alcuna arma nucleare, né biologica, né chimica." (2)

In dicembre, Aziz dichiarò a Ted Koppel sulla ABC: "Il fatto è che non abbiamo armi di distruzione di massa. Non abbiamo armamenti chimici, biologici o nucleari." (3)

Lo stesso Hussein disse a Rather nel febbraio 2003: "Questi missili sono stati distrutti. Non ci sono missili vietati dalle disposizioni delle Nazioni Unite [quanto a portata] in Iraq. Non li abbiamo più qui." (4)

Inoltre, il Gen. Hussein Kamel, ex capo del programma di armi segrete dell'Iraq, e genero di Saddam Hussein, raccontò alle Nazioni Unite nel 1995 che l'Iraq aveva distrutto i missili vietati e le armi chimiche e biologiche appena dopo la Guerra del Golfo. (5)

Ci sono anche altri esempi di ufficiali iracheni che raccontano al mondo dell'inesistenza delle ADM.

Se non vi sono ancora venuti seri dubbi riguardo la devozione dei media della corrente principale ad indagare le premesse e le basi logiche sottostanti la politica estera statunitense, considerate questo: nonostante le due rivelazioni nei programmi di Dan Rather alla CBS, e altre rivelazioni riportate sopra, nel gennaio 2008 abbiamo l'intervista del reporter CBS Scott Pelley all'agente FBI George Piro, che aveva intervistato Saddam Hussein prima della sua esecuzione:

PELLEY: E cosa ti raccontò a proposito del fatto che le sue armi di distruzione di massa erano state distrutte?

PIRO: Mi raccontò che gran parte delle ADM erano state distrutte dagli ispettori ONU negli anni '90, e quelle che non erano state distrutte dagli ispettori erano state distrutte unilateralmente dall'Iraq.

PELLEY: Aveva ordinato che venissero distrutte?

PIRO: Sì.

PELLEY: Allora perché mantenere il segreto? Perché mettere a rischio la sua nazione? Perché mettere a rischio la sua vita per mantenere la farsa? (6)

Sarebbe cambiato qualcosa se l'amministrazione Bush avesse creduto completamente all'Iraq quando diceva di non avere ADM? Probabilmente no. Ci sono molte prove a sostegno del fatto che Bush sapesse quale fosse la realtà dei fatti, così come Tony Blair. Solo che Saddam Hussein non comprendeva appieno quanto psicopatici fossero i suoi due avversari. Bush era deciso ad annientare l'Iraq, per il bene di Israele, per il controllo del petrolio e per espandere il suo impero, sebbene non sia andato tutto come si aspettava; per qualche strana ragione, sembra che gli iracheni se la siano presa per essere stati bombardati, invasi, occupati e torturati.

Il risultato della politica di Bush riguardo l'Iraq può essere riassunto dicendo che sarebbe difficile citare molti altri esempi storici di una nazione che ne distrugge un'altra così totalmente, annientando e sovvertendo quasi ogni aspetto della loro società e umanità.

Ora Israele spinge Washington a fare lo stesso con l'Iran - non che gli Stati Uniti debbano essere molto spronati - soprattutto perché Israele è deciso a rimanere l'unica potenza nucleare nel Medio Oriente; nonostante l'Iran abbia detto agli Stati Uniti e al mondo intero, molte volte, che non sta costruendo armi nucleari. Ma anche se l'Iran, in realtà, stesse costruendo armi nucleari, dovremmo chiederci: esiste qualche legge internazionale che stabilisce che gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Russia, la Cina, Israele, la Francia, il Pakistan e l'India sono autorizzati ad avere armi nucleari, ma l'Iran non lo è? Se gli Stati Uniti avessero saputo che i giapponesi possedevano bombe atomiche, Hiroshima e Nagasaki sarebbero state distrutte? USraele crede che non ci sia ancora abbastanza orrore e sofferenza nel mondo ?

In quello che potrebbe essere parte dei preparativi per l'aggressione dell'Iran, 47 membri della Camera dei Rappresentati hanno recentemente proposto una risoluzione non vincolante in cui si dichiara che l'Iran è "una minaccia immediata ed esistenziale per lo Stato di Israele". Per illustrare questa minaccia, la risoluzione cita il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che esprime in diverse occasioni opinioni come: "Se Dio vuole, sostenuti dalla forza di Dio, avremo presto un mondo senza gli Stati Uniti e il Sionismo" ... richiediamo che "questo regime occupante [Israele] venga cancellato dalla faccia della terra"... "Che piaccia o meno, il regime sionista va verso l'annientamento"... "Devo annunciare che il regime sionista, con un passato di 60 anni di genocidio, saccheggio, invasione e tradimento sta per morire e sarà presto cancellato dalla scena geografica"... "Oggi, è giunto il tempo che cada il potere satanico degli Stati Uniti, ed il conto alla rovescia verso l'annientamento dell'imperatore del potere e del benessere è iniziato."

Lo si potrebbe proprio condannare per questo, vero? N'est-ce pas? Nicht war? Ma in queste affermazioni c'é molto meno di quanto sembra. Notate che non viene citato Ahmadinejad in esplicite e specifiche minacce di attacchi iraniani a Israele o agli Stati Uniti. Nessuna menzione o indicazione che "Io" o "Noi" o "l'Iran" farà qualcosa del genere, o effettuerà qualche atto di violenza. E io direi che è perché non è ciò che intende. In un'altra citazione, che la risoluzione non riporta, il presidente iraniano nel dicembre 2006 disse: "Il regime sionista sarà cancellato presto, così come lo fu l'Unione Sovietica, e l'umanità otterrà la libertà.

Ovviamente non esorta alcun attacco violento a Israele, perché la dissoluzione dell'Unione Sovietica ebbe luogo molto pacificamente. Inoltre, nel giugno 2006, il leader supremo dell'Iran, Ayatollah Ali Khamenei, dichiarò: "Non abbiamo alcun problema con il mondo. Non siamo una minaccia di alcun tipo per il mondo, e il mondo lo sa. Non inizieremo mai una guerra. Non abbiamo intenzione di dichiarare guerra a nessuno stato.(7) Perché gli autori della risoluzione del Congresso non hanno citato questa dichiarazione?

Credo che da questa si possa meglio comprendere le affermazioni del presidente iraniano, considerandole metafore, così come vanti, desideri, così come cattive traduzioni (per esempio: "cancellare dalla faccia della terra") (8) di un uomo folle abbastanza da dichiarare pubblicamente che non ci sono gay in Iran.

Ma ancor più significativo, la risoluzione non dà alcuna ragione per cui l'Iran vorrebbe in realtà attaccare Israele o gli Stati Uniti. Quali ragioni avrebbe l'Iran per usare armi nucleari contro uno dei due Paesi, se non l'irresistibile desiderio di un suicidio nazionale di massa? In effetti, proprio la stessa domanda potrebbe - e dovrebbe - essere stata posta prima dell'invasione dell'Iraq. Delle tante menzogne che circondano quell'invasione, la peggiore è che, in realtà, Saddam Hussein avesse avuto quelle armi di distruzione di massa che avrebbero giustificato l'invasione.

Svelate tutte le menzogne riguardo la disavventura irachena, io e molti altri ci siamo permessi il lusso, il piacere nascosto, di credere che il governo e i media degli Stati Uniti avessero imparato una lezione per qualche tempo. Erano stati presi e smascherati. Ma ci risiamo con le menzogne sull'Iran e Ahmadinejad. (No, non nega nemmeno l'Olocausto).

In ogni caso, Israele probabilmente non crede alla propria propaganda. Nel marzo dello scorso anno, il Washington Post scrisse: "Un ufficiale superiore israeliano a Washington" ha affermato che "difficilmente l'Iran userà i suoi missili in un attacco [contro Israele] a causa delle ritorsioni." (9) Questa era proprio l'ultima riga dell'articolo e, secondo un'ampia ricerca su Nexis, non compare in nessun altro mezzo di comunicazione di lingua inglese nel mondo.

E in precedenza, quest'anno, possiamo leggere nel Sunday Times di Londra: "Il generale di brigata Uzi Eilam, 75 anni, un eroe di guerra e pilastro della difesa [israeliana], crede che probabilmente l'Iran avrà bisogno di 7 anni per creare armi nucleari. Le opinioni espresse dall'ex direttore generale della Commissione per l'energia atomica israeliana contraddicono le stime della difesa israeliana e la pongono in disaccordo con i leader politici. (10)

Se c'è un Paese al mondo che costituisce una minaccia perché potrebbe usare delle armi atomiche con poca attenzione alle conseguenze è proprio Israele. Martin van Creveld, professore israeliano di storia militare, e fedele cittadino israeliano, mise in evidenza nel 2002: "Noi abbiamo la possibilità di affondare il mondo con noi. E posso assicurarvi che succederà prima che Israele scompaia." (11) Pensate alla scena finale de Il Dr. Stranamore. C'é Israele a cavalcioni del missile nucleare in picchiata, e sventola il cappello da cowboy.

William Blum

Fonte: counterpunch.org

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIADA GHIRINGHELLI

NOTE

1. Associated Press, July 28, 2010
2. CBS Evening News, August 20, 2002
3. ABC Nightline, December 4, 2002
4. "60 Minutes II", February 26, 2003
5. Washington Post, March 1, 2003
6. "60 Minutes", January 27, 2008. See also: Fairness and Accuracy in Reporting [FAIR] Action Alert, February 1, 2008
7. Associated Press, December 12, 2006
8. Letter to the Washington Post from M.A. Mohammadi, Press Officer, Iranian Mission to the United Nations, June 12, 2006
9. Vedi Anti-Empire Report, October 1, 2008, second part
10. Washington Post, March 5, 2009
11. Sunday Times (London), January 10, 2010
12. Originariamente nel settimanale danese, Elsevier, April 27, 2002, pages 52-3; ripreso anche da molte altre pubblicazioni internazionali.