aprile 29, 2010

IL SOLE NERO, LA SVASTICA, I SEGRETI OCCULTI DEL NAZISMO ESOTERICO & LE SS (SCHUTZ STAFFELN)

PER COMPRENDERE IL NAZIONAL SOCIALISMO DOBBIAMO IMMERGERSI IN UN MONDO NASCOSTO DERIVANTE DA ANTICHE DOTTRINE ESOTERICHE.


TUTTA LA STORIA E' UN FILO INVISIBILE CHE SI INTRECCIA CON ALTRE FORZE NON PERCEPIBILI IN QUESTA DIMENSIONE.


DIETRO IL NAZISMO ESOTERICO VI SONO DIFFERENTI FILI INVISIBILI CHE PASSANO DA ATLANTIDE AI MONDI SUPERIORI, DA ESSERI DEMONIACI A MAESTRI DI LUCE.


IL SOLE NERO, LA SVASTICA, ATLANTIDE, LE SS, LA THULE & GLI U.F.O. MA COSA C'E' DAVVERO DIETRO AL NAZISMO ESOTERICO ?


SCOPRIAMOLO INSIEME IN QUESTO LUNGHISSIMO POST COLMO DI INFORMAZIONI E VIDEO

MICHELE P.






IL SIGNIFICATO DELLE SS ORDINI ED ÉLITES POLITICHE di Julius Evola

In Italia delle “SS” germaniche si conoscono generalmente solo alcuni aspetti contingenti, che si legano alle tragiche vicende della seconda guerra mondiale e che non sono i più adatti a far penetrare il vero spirito di questa organizzazione, unica nel suo genere.


Anche a prescindere dalla sinistra farsa di Norimberga, ove l'intera “SS” è stata bollata come “associazione criminale”, gli stessi simpatizzanti sanno sopra tutto delle qualità che la “SS” ha mostrato come truppa scelta di combattimento, ignorando quasi il significato politico che essa ebbe nel terzo “Reich”.

Qualche cenno in proposito non sarà dunque privo di interesse, giacché con la “SS” si realizzò una esigenza, il cui significato va di là dai quadri del semplice hitlerismo.

L'origine delle “SS” risale ad un piccolo gruppo scelto (Stabswache) formatosi a protezione della persona di Hitler nel primo periodo della sua lotta. È nel 1932 che esse furono organizzate come un vero e proprio corpo, il cosiddetto “corpo nero” (Schwarzkorps) distinto dalle semplici “camicie brune” o “SA”, corpo il quale al momento della conquista del potere contava già centomila uomini.


Il comando allora passò da J. Schreck a Heinrich Himmler, che ne restò il capo supremo, dipendente solo dal Führer.

Per via della loro azione energica e decisiva sia contro il comunismo, sia all'interno del partito (specie nelle repressioni del 30 giugno 1934), le “SS” assunsero figura di “guardia della rivoluzione nazionalsocialista”; ad esse furon dati ampi poteri e un larghissimo margine di autonomia, il che permise ad Himmler di sviluppare un'azione sistematica selettiva e organizzativa.


La sigla “SS”, come molti sanno,
deriva dalle iniziali di Schutz-Staffeln, che vuol dire più o meno “staffette o squadre di protezione”.

In realtà, le “SS” dovevano divenire la spina dorsale del terzo “Reich”, l'“Ordine” del nazionalsocialismo, una specie di Stato nello Stato, se non pure al di sopra dello Stato.


Lo stesso Himmler indicò nei seguenti termini lo spirito e l'origine ideale della sua organizzazione. In tutti gli antichi Stati — egli dice — è sempre esistita una élite formata da uomini pronti a dar tutto per il loro principe, a difenderlo e proteggerlo, in ciò sentendo un particolare orgoglio ed onore. Tale fu la nobiltà ereditaria, la quale, già sostegno del puro principio della sovranità politica, nell'epoca dell'illuminismo, del liberalismo e del capitalismo decadde, non fu più all'altezza dei suoi antichi compiti.

Il problema oggi è di riprendere lo stesso principio e di trarne una applicazione adeguata al nuovo tipo di Stato. Occorreva dar nuovamente forma a una élite che garantisse la stabilità e la continuità del nuovo ordine rivoluzionariamente affermatosi, che ne rafforzasse le strutture, che, in base ad una incondizionata fedeltà, fosse pronta a stroncare tutto ciò che lo minacciasse o avesse carattere di deviazionismo. Tale è la genesi ideale della “SS”.


Himmler teneva molto ad ascrivere ad essa il carattere di un Ordine, con vari tratti che ricordano appunto gli antichi Ordini cavallereschi, compreso un carattere, in un certo modo, ereditario. Per venire a tanto, egli seguì i seguenti princìpi selettivi.

Anzitutto quello razziale.

Si sa che per il razzismo moderno non tutti gli elementi etnici compresenti in una data nazione hanno lo stesso valore e la stessa dignità. Fra di essi, uno è quello centrale, che ha una funzione formatrice, tanto che il suo prevalere o decadere condiziona anche l'ascesa o il declino dell'intero popolo.

Secondo l'ideologia tedesca, per la Germania questa “superrazza” corrisponderebbe al sangue e al tipo nordico.

La prima cura degli organizzatori della “SS” fu, pertanto, che essa accogliesse uomini di origine “aria” ben certa (senza ascendenti nemmeno lontani ebraici o di razza di colore), i quali nei loro tratti somatici si avvicinassero particolarmente al puro tipo nordico.


Ciò, come criterio selettivo di primo grado. Date le mescolanze avvenute nel corso della storia di ogni popolo, è certo impossibile che il fisico corrisponda esattamente al morale; così se le qualità morali di tipo “nordico” è più probabile ritrovarle in un uomo fisicamente nordico che non in quello con tratti di altre razze, pure si impongono ulteriori considerazioni.

Pertanto, gli aspiranti alla “SS” oltre ad essere in ordine quanto al tipo somatico, avevan da superare delle prove, in cui le qualità interne ascritte al sangue dell'uomo nordico fossero tenute a manifestarsi. Si trattava, per così dire, di prove di carico: l'aspirante veniva messo non di rado in situazioni speciali, nelle quali egli non poteva non mostrare quel che era il suo vero carattere.


A tale riguardo, come primo requisito da dimostrare valeva appunto la fedeltà. Lo stesso Himmler, in occasione dei fatti del 30 giugno 1934, aveva dato alla “SS” come parola d'ordine: «Uomo della SS, il tuo onore è la tua fedeltà», con evidente relazione con una massima dell'antico codice sassone:

«Tutto può essere perdonato, eccetto il tradimento».

La fedeltà qui viene intesa in senso lato:

si tratta della fedeltà rispetto al Capo e alla causa, ma altresì rispetto alla razza e a dei princìpi fondamentali della condotta, come già fu di norma nell'antica Cavalleria.

È ancora Himmler che scrisse, a tale riguardo, le seguenti parole, che poco confortano l'immagine distorta e sinistra che alcuni hanno della “SS” in genere:

«Si pecca contro la fedeltà e l'onore non solo quando si lede il proprio onore o quella di un'altra SS, ma anche e sopra tutto quando non si rispetta l'onore di altri, quando si scherniscono cose ad altri sacre, o quando non si interviene virilmente in favore di chi è assente, di chi è debole, di chi è indifeso».

Come base per la formazione dell'uomo della “SS”, dopo la fedeltà, veniva l'obbedienza, che doveva essere piena ed incondizionata, non meno che nei più severi Ordini monastici. Fu detto che quando l'ufficiale prussiano giurava sulla sua bandiera, egli non apparteneva più a sé stesso.

Tale tradizione federiciana era stata ripresa dalla “SS”. In nome del Capo e della Idea, l'uomo della “SS” doveva esser pronto a tutto,

«anche a sacrificare il proprio orgoglio, gli onori esteriori, e tutto ciò che personalmente ci può essere caro e prezioso».

Doveva potersi frenare quando tutto lo avrebbe spinto ad agire, così come doveva poter agire, senza esitare, anche nei casi in cui a ciò avesse sentito i più forti ostacoli interni. Questo requisito dell'obbedienza assoluta Himmler lo considerava, fra l'altro, come un correttivo per l'accentuato senso dell'Io e della libertà come l'uomo nordico ha in proprio, e che spesso in lui ha agito in senso negativo.

È chiaro tuttavia che da ciò può procedere una certa linea di inesorabilità, la quale è forse fra le cause che, in determinate circostanze obbligate, han fatto apparire l'agire della “SS” sotto una luce non del tutto favorevole.

Altre qualità richieste all'uomo della “SS” erano la leale schiettezza, il dominio di sé (specie quanto ad espressione visibile dei sentimenti e ai gesti), la capacità di attenersi inflessibilmente a ciò che si sia deciso o che si sia promesso. A tale riguardo, non si mancava eventualmente di metter alla prova l'aspirante.





Ad esempio, se si sapeva che egli indulgeva all'alcool o al fumo, gli si chiedeva di rinunciare, per un tempo più o meno lungo, a tale abitudine, esigendo la sua parola d'onore. Se non la dava, era espulso; ma se, avendola data, la tradiva, «non gli restava più che la pistola», cioè che ammazzarsi (espressione testuale di Himmler).

Un altro caso. Si è accennato che la “SS” tendeva a svilupparsi come un corpo od Ordine ereditario, come un Sippenorden. Risultato di una selezione somatica e morale, si voleva che le sue qualità di élite nordica si trasmettessero in una adeguata discendenza. Da ciò derivava una ulteriore prova di carico per l'uomo della “SS”. Egli non era libero di sposare chi voleva.

Egli doveva subordinare il fatto personale, sentimentale o sessuale, ad un interesse d'ordine già superindividuale, portando la propria scelta solo su donne che presentassero sufficiente garanzia per una discendenza non degenere o alterata. Per il che esisteva, nella “SS”, un apposito ufficio. Se l'uomo della “SS” non sapeva o non voleva impegnarsi in tal senso, veniva parimenti espulso.

Il periodo di prova durava in genere un anno e mezzo, essendo naturalmente compreso

anche l'addestramento militare. Poi, mediante giuramento solenne e consegna del “pugnale d'onore della SS”, si veniva aggregati al corpo.



Una legge del 1936 disponeva che ogni capo della “SS” garantisse, sotto la sua responsabilità:

1) che nessun aspirante fosse accettato quando mancassero i requisiti indicati, si trattasse anche di un suo figlio o parente;

2) che ogni anno un quarto dei nuovi elementi non provenisse da famiglie di “SS”.

Con la seconda disposizione si voleva prevenire il cristallizzarsi della élite in un gruppo artificialmente chiuso, che potesse lasciar cadere fuori di sé elementi qualificati.

Si teneva cioè conto delle leggi studiate dal Pareto, a che una «circolazione delle élites garantisse, oltre che la continuità, la vitalità e la freschezza del nucleo centrale.

Una curiosa definizione (dovuta all'Heydrich) della “SS” è quella di «truppa di rottura nel dominio della visione del mondo» (weltanschauliche Stosstrupp). Per il lato negativo, si trattava dell'attacco contro la visione della vita avente per espressione precipua il marxismo e il bolscevismo, «antitesi di tutti i valori dell'uomo ario e nordico»; mentre, per il lato positivo, ciò aveva riferimento a un modo di “ritorno alle origini” che fu tratto caratteristico per la “SS”.

La “SS”, infatti, intese rievocare le tradizioni nordiche primordiali, precristiane, nei loro simboli, nella loro metafisica, nella loro visione della vita; e per gli studi al riguardo fu incaricata una speciale sezione culturale, detta Ahnenerbe.

Tale “dimensione” fu caratteristica per la “SS”.

Già la sigla con le due esse, stilizzata in un doppio segno a zig-zag, fu identificata con le cosiddette “rune della vittoria”, antico segno nordico il quale, con allusione alla folgore, aveva simboleggiato un potere magico, una forza dall'alto.

E questo fu appunto il ben noto segno portato dagli stendardi e dalle uniformi del “corpo nero”.

Invero, l'interesse che nelle alte gerarchie della “SS” (a partire da Himmler) si ebbe per il mondo dei simboli e delle tradizioni primordiali, fu spiccato.


Si può accennare che Himmler favorì gli studi di H. Wirth, noto ricercatore nel dominio del simboli e dei miti, e che J. Evola fu ripetutamente invitato a parlare su tali argomenti, in ambienti di capi della “SS”, trovando una preparazione e un interessamento maggiori di quelli che incontrò nell'Italia fascista, dove, a parte una mera vernice, si continuò con le routines di una intellettualità di tipo deteriore e tendenzialmente “neutro”, borghese o antifascista.

L'articolazione della “SS” è più o meno nota. Vi era la “polizia segreta di Stato” (Gestapo) come un organismo di controllo politico sopraordinato a qualsiasi autorità o persona particolare; in un aspetto speciale, essa aveva figura di SD (iniziali di “servizio di sicurezza”).

Vi erano inoltre le formazioni della “Testa di morto” e, infine, le Waffen SS, formazioni puramente militari, divisioni scelte che seppero imporre l'ammirazione agli stessi avversari.

Ma, nel complesso e riferendoci al periodo prebellico, il carattere fondamentale della “SS” fu quello di un “Ordine”, di una nuova nobiltà politica razzialmente, moralmente e — nell'accennato settore della “visione del mondo” — anche spiritualmente selezionata, che ambiva a costituire la spina dorsale del nuovo Stato antimarxista e antidemocratico, controllandolo e sorreggendolo con una specie di tessuto capillare:

poiché uomini della “SS” erano disseminati in ogni dominio, nella diplomazia, nella burocrazia, nelle università, nell'industria, la qualifica valendo non di rado come una specie di investitura, spesso onoraria e segreta, conferita a persone che si ritenevano degne di essere aggregate al nucleo centrale, fedele custode dell'idea.


L'Ordensstaatsgedanke, cioè l'ideale di uno Stato retto non da un “partito” e ancor meno da politicanti democratici o dagli esponenti marxisti del lavoro, ma da un “Ordine”, stava dunque alla base della “SS”, facendo di essa un tentativo audace, il cui significato, a parer nostro, non è limitato all'ultima storia tedesca e ai quadri dell'hitlerismo.


Julius Evola.

Il Barone Julius Evola (pseudonimo di Giulio Cesare Andrea Evola) (Roma, 19 maggio 1898 – Roma, 11 giugno 1974) è stato un filosofo, pittore e poeta italiano.

Le sue posizioni, vicine al fascismo e al nazionalsocialismo, si espressero in una critica in chiave tradizionalista.

Mussolini ne apprezzò alcune impostazioni (in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale), anche se nel panorama culturale del fascismo non ebbe apparentemente un ruolo determinante. C'è tuttavia chi ritiene che in sede diplomatica Evola abbia svolto missioni ad altissimi livelli per conto dello stesso governo italiano.

Nel 1937 pubblica Il Mito del Sangue (poi riedito nel 1942) dove ricostruisce le concezioni sulla razza nelle civiltà antiche e nelle teorie del XVIII secolo, contrapponendole alla versione moderna del razzismo biologico tedesco.

Segue nel 1941 la Sintesi di dottrina della razza.

In questi testi esprime le sue concezioni antisemite, non basate su un razzismo biologico (gli Ebrei non potevano infatti essere considerati secondo Evola una razza, per le mescolanze subite nel corso della storia), ma spirituale.

Egli oppone a livello tradizionale 'Giudei' e 'Ariani' (da 'Arya', gli antichi Indiani) nel nome di una differenza di spirito.

In quegli anni scrive la prefazione all'edizione italiana dei Protocolli dei savi di Sion.

Dichiara che non ha importanza la non attendibilità storica dell'opuscolo visto che comunque lo stesso racconta una veridicità secondo lui attendibile sugli effetti ebraici di controllo della società (banche, stampa, mercato, politica) attraverso la dissoluzione culturale dall'interno.

L'ebraismo è per Evola una colpa senza redenzione: «nemmeno il battesimo e la crocefissione cambia la natura ebraica».

Benché non ve sia traccia nella biografia dell'autore, il saggista Franco Cuomo scrive che Evola, nel 1938, è tra i firmatari del così detto Manifesto della razza.


SINTESI DEL PENSIERO DI JULIUS EVOLA

Evola è propugnatore del 'tradizionalismo' ovvero di un modello ideale e sovratemporale di società caratterizzato in senso spirituale, aristocratico e gerarchico.

Secondo l'autore tale modello è riscontrabile, da un punto di vista storico, in civiltà quali quella egiziana, romana, indiana.

Tali civiltà non si basano su criteri economici, materiali e biologici, ma sono suddivise e gestite in base a criteri di gerarchia sociale di carattere ereditario e spirituale.

Secondo Evola ogni azione che avviene durante la vita biologica (che l'autore definisce il divenire) rispecchia direttamente una medesima azione di carattere metafisico (l'essere) e dunque imperitura e sovratemporale.

Il cammino dell'uomo durante la sua non-evoluzione (come la definisce lo stesso Evola in aperto contrasto con le teorie darwiniane) avviene attraverso un percorso di tipo circolare e non lineare. Traccia di questa teoria la si trova, ad esempio, nello schema proposto da Esiodo relativo alle così dette quattro età:

età dell'oro, età dell'argento, età del bronzo e, infine, età del ferro.

Secondo Evola l'uomo ha la possibilità di elevarsi alla sfera divina e metafisica attraverso precise strade (il rito e l'iniziazione), utilizzando determinati strumenti (l'azione e la contemplazione) all'interno di contesti sociali predeterminati (la casta, l'impero).

Queste civiltà -ritenute superiori dall'autore- si basano dunque su una più elevata dimensione metafisica e spirituale dell'esistenza, anziché su criteri di ordine materiale e biologico.

La naturale decadenza di queste società (secondo i principi della dottrina delle quattro età) è inversamente proporzionale all'aumento del progresso e della modernità.

Tale processo di decadenza ha inizio con la perdita dell'unico polo che in passato racchiude sia l'autorità spirituale che quella temporale e prosegue attraverso i valori illuministi espressi con la Rivoluzione Francese per arrivare alla società odierna dove la dimensione spirituale dell'esistenza è andata definitivamente perduta.

In particolare Evola rifiuta totalmente il concetto di egalitarismo in favore di una visione differenziatrice della natura umana.

Ne consegue un netto rifiuto per la democrazia (intesa come strumento di massa) e parimenti per ogni forma di totalitarismo, anch'esso ritenuto uno strumento di massa che si basa non su un'autorità spirituale, bensì solo su un'autorità di tipo temporale.

Parimenti le differenze naturali tra gli esseri umani si rispecchiano anche nelle stesse razze.

Evola rifiuta una visione razzista della vita in senso biologico, affermando la sua teoria del così detto razzismo spirituale. La 'razza interiore' di cui parla il filosofo è definita come un patrimonio di tendenze e attitudini che -a seconda delle influenze ambientali- giungono o meno a manifestarsi compiutamente.

L'appartenenza ad una razza si individua dunque sulla base delle caratteristiche spirituali, e solo in seguito fisiche, diventandone col tempo queste ultime il segno visibile.

Una parte del pensiero evoliano può essere espresso dalla Rivoluzione conservatrice, soprattutto per quanto riguarda l'avversione per il sistema liberal-capitalista.


MIGUEL SERRANO & IL SOLE NERO

Miguel Joaquín Diego del Carmen Serrano Fernández è nato a Santiago del Cile. Educato all'Internado Nacional Barros Arana dal 1929 al 1934, inizialmente abbraccia il Marxismo, scrivendo per giornali di sinistra.

Presto disilluso dal Comunismo, si iscrive al Movimiento Nacional Socialista de Chile (M.N.S.), un partito nazista cileno (capeggiato da Jorge González von Mareés). Nel luglio del 1939 si associa pubblicamente al M.N.S. (allora nominato Vanguardia Popular Socialista - Fronte Popolare Socialista), scrivendo per il giornale Trabajo ('Lavoro').


OCCULTISMO

I suoi libri sono ispirati in gran parte dalla dottrina dell'Hitlerismo Esoterico, da lui fondata. La filosofia di Serrano è influenzata da un certo neo-gnosticismo antimodernista, ma anche dal tantrismo e dal Wotanismo (nel senso di Odinismo).

In questo contesto, gli Ariani sono Iperborei, discendenti degli uomini-dio, i Divyas.

Serrano postula una cospirazione globale che li vedi opposti alle forze oscure del Kali-Yuga, comandate dal dio degli ebrei: il Demiurgo, ovvero YAHVE', creatore della materia.

Serrano sintetizza la tradizione esoterica indiana e quella nordica, entrambe le quali vengono considerate di provenienza ariano-iperborea.

In particolare, egli rielabora, estremizzandola, la teoria junghiana dell'inconscio collettivo ariano, e come l'induista Savitri Devi riconosce in Adolf Hitler l'avatar che si è opposto al nemico satanico-materialistico del Kali-Yuga.


INTERVISTA




ATLANTIDE, IL SOLE NERO E LA SOCIETA' SEGRETA THULE -


ANTICHE CIVILTA', RELIGIONI PAGANE, SCUOLE MISTERICHE, SOCIETA' SEGRETE MASSONICHE, ILLUMINATI, LA CONFRATERNITA DEL SERPENTE, ANTICHE DIVINITA', ALIENI U.F.O ED ALTRO ANCORA.

- IL POTERE DEL SOLE NERO -




THULE

La Società Thule (in tedesco: Thule-Gesellschaft) fu una società segreta di estrema destra e costituì il nucleo originale del Partito nazista, Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP).

La Società Thule fu fondata nel 1910 da Felix Niedner, che tradusse in tedesco il libro Old Norse Eddas. La società fu influenzata anche dagli scritti di Lanz von Liebenfels, un misto di teosofia, |paganesimo nordico, antisemitismo, mistificazione dell'alfabeto runico.

La Società Thule fu trasferita il 18 agosto 1918 a Monaco, su iniziativa di Rudolf Glauer, che poi si diede il nome in quello di Barone Rudolf von Sebottendorff, capo del ramo bavarese del Germanen Order.

La Thule stessa era, almeno inzialmente, un'affiliazione a Monaco del Germanen Order.

La società Thule sarebbe strettamente legata a una società segreta tedesca, l'Ordine dei Teutoni, fondata nel 1912.

La Thule attinse a piene mani dalle teorie del professore di geopolitica Karl Haushofer, convinto assertore del ritorno della grande Germania e dell'espansione ad est al fine di costituire un solido 'spazio vitale' che avrebbe a sua volta garantito il dominio sul mondo, dagli insegnamenti di uno strano monaco cistercense allontanato dalla Chiesa, Adolf Lanz von Liebenfels, fondatore dell' 'Ordine dei nuovi Templari', una sorta di setta che predicava l'esistenza della razza superiore formata dagli ariani, che erano ritenuti semidei col compito di liberare il mondo dagli ebrei.

La Thule si ispirò molto anche al Buddhismo tibetano deformandone i contenuti ed anche alle dottrine esoteriche di madame Helena Petrovna Blavatsky, la celebre medium e occultista, fondatrice della Società Teosofica Internazionale, che sosteneva di essere in contatto telepatico con gli antichi 'Maestri sconosciuti', i sopravvissuti di una razza eletta, che sarebbe vissuta tra Tibet e Nepal, i quali si sarebbero rifugiati in seguito a una spaventosa catastrofe nelle viscere della terra, dove avrebbero fondato una straordinaria civiltà sotterranea, la mitica Agarthi.

Gli appartenenti a Thule miravano, attraverso la telepatia e attraverso specifici riti occulti, che si svolgevano solitamente nei boschi e vicino a corsi d'acqua, ad entrare in contatto con questa sorta di superuomini, al fine di ricostituire la razza superiore.

L'eredità ideologica della società Thule fu raccolta dal Partito Nazionalsocialista tedesco (NSDAP).

Adolf Hitler e il suo movimento forgiarono il loro pensiero e cominciarono la loro scalata proprio all’ombra di personaggi controversi come Glauer ed Eckart.

Hitler fu iniziato alla Società Thule nel 1919 da Dietrich Eckart, che in quel periodo ne era il leader.

Hitler dedicò successivamente il Mein Kampf a Eckart. Non ci sono testimonianze in merito al fatto che Hitler abbia preso parte a riunioni della Thule, dopo l'iniziazione.

Nel 1920, Hitler diventerà la guida del Partito Nazionalsocialista.

La società Thule fu una delle prime organizzazioni soppresse da Hitler dopo la sua ascesa al potere, insieme ad altre società esoteriche, inviando diversi suoi membri nei campi di concentramento, mentre altri diventarono gerarchi del regime nazista.


NAZISMO - LA COSPIRAZIONE OCCULTA

“Ben lungi dall’essere una personalità completamente oscura, il Führer ha sempre avuto una sorta di seconda faccia quasi femminile, con interessi romantici e vagamente decadenti. (…) In modo perfettamente coerente con questo tipo di carattere, egli coltivò fin da giovanissimo un forte interesse per un esoterismo un po’ á la page, fatto di frequentazioni prototeosofiche e attenzione verso leggende piene di mistero come quella della lancia di Longino.

Una volta giunto al potere Hitler dovette, almeno ufficialmente, prendere le distanze dal sottobosco esoterico in cui si era formato: per mantenere una Germania forte e unita sotto il suo controllo era infatti necessario trattare con cattolici e protestanti. Essi non avrebbero certo potuto appoggiare un capo di Stato esoterista e mago”.

Questo breve estratto dal libro del Prof. Dolcetta, giornalista (ha collaborato con diverse testate giornalistiche Rai) e studioso di Storia e Politologia, oltre che docente di Filosofia della Politica presso l’EHESS di Parigi, mette ben in evidenza il contenuto centrale del saggio:

l’anima esoterica che ha alimentato la visione politica hitleriana. Poco nota, specialmente al grande pubblico, questa influenza ha avuto invece grande presa su tutta l’impostazione pangermanica del Führer al punto da poter dire che non è tanto da ricercare nella sua “follia” l’azione d’espansione politico-militare, quanto in una precisa visione “messianica” figlia di un esoterismo teosofico, che in quegli anni era stato alimentato e si era ingrossato in organizzazioni germaniche e britanniche.

Dolcetta ripercorre le varie tappe che hanno portato alla nascita del nucleo esoterico sulla base del quale si è forgiato il nazionalsocialismo, senza tralasciare di evidenziare quanto tali credenze abbiano avuto come estimatori personaggi anche molto distanti dal nazismo.

È come se il filo rosso di una visione “razzista” – di una élite chiamata, per compito divino, a guidare le masse – sia stata trasversale a parti politiche anche molto distanti tra loro, e che hanno fatto della visione magico-esoterica dell’esistenza lo strumento interpretativo della realtà nel suo complesso.

Nel caso specifico, riferisce l’Autore, sulle letture mitologiche precristiane del periodo viennese – forgiate in base a una visione paganeggiante e di stampo wagneriano – s’innestano per Adolf Hitler gli insegnamenti avuti durante il periodo della detenzione, dopo il putsch fallito di Monaco, da due maestri d’eccezione: Rudolf Hess e Karl Hausofer.

Durante le lunghe serate a Landsberg, Hess e Hausofer cercarono di convincere Hitler dell’importanza dei pensieri magici, della realtà pratica e misteriosa del Vril (energia associabile in qualche modo allo Spirito Santo), della necessità di sviluppare la filosofia occulta elaborata durante le riunioni dell’associazione Thule (società segreta di cui facevano parte i due maestri di Hitler e alla quale avrebbe aderito lo stesso Führer).

Insomma, alla ricerca dell’occulto, già presente in Hitler, e che egli aveva associato alla razza germanica di stampo sigfridiano (eroe tragico dell’epopea germanica dei Nibelunghi), la società segreta di Thule dava tutta una impostazione più prettamente magica e…geopolitica.

Infatti Hausofer, generale dell’esercito, aveva sviluppato una teoria geopolitica, fondata sullo “spazio vitale” (Lebensraum), cui poi Hitler attingerà abbondantemente nel suo Mein Kampf e più in generale nella sua visione politica.

LE INIZIAZIONI

LE SS OCCULTE

LO SPIRITO DELL'ANIMA GERMANICA

LEON DE GRELLE

IL BUCO NERO

GLI U.F.O.


Le SCHUTZ STAFFELN ('Squadre di Protezione' o 'Reparti di Difesa', spesso abbreviato con SS) erano un'unità paramilitare d'élite del Partito Nazista Tedesco (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP).



Vennero formate reclutando appartenenti delle SA, nel 1925, per essere la guardia personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i raduni del NSDAP. Il 6 gennaio 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler come capo delle SS, che contavano solo 280 uomini. Con l'approvazione di Hitler, Himmler ampliò i ranghi delle SS e per la fine del 1932queste contavano già 52.000 membri.

Dopo solo un anno erano arrivate a oltre 209.000 uomini.

Prima del 1932 le SS vestivano la stessa uniforme delle SA, ad eccezione di una cravatta nera e di un berretto nero con un simbolo a forma di teschio (Totenkopf, 'testa di morto').

Successivamente adottarono un'uniforme nera e, appena prima della guerra, una grigia. La popolazione tedesca ammirava la disciplina delle SS, specialmente se paragonate alle SA che talvolta si abbandonavano ad atti casuali di violenza.

Il loro motto era 'Il mio onore si chiama fedeltà' (in tedesco: 'Meine Ehre heißt Treue').

Il sistema dei gradi delle SS era unico, in quanto non copiava i termini usati nella Wehrmacht.

Heinrich Himmler, assieme al suo braccio destro Reinhard Heydrich, consolidò il potere dell'organizzazione.

Nel 1931 Himmler diede a Heydrich l'incarico di costituire un servizio di intelligence all'interno delle SS, il Sicherheitsdienst (SD).

Al momento dell'inizio della seconda guerra mondiale il numero dei membri salì a 250.000 e le Waffen-SS vennero formate nel dicembre 1940 per combattere a fianco della Wehrmacht, l'esercito regolare tedesco.

Le SS ricevettero anche il controllo della GESTAPO nel 1936.

Le SS si evolsero durante la seconda guerra mondiale in una forza altamente efficace e letale, macchiandosi di innumerevoli crimini di guerra a danno della popolazione civile dei paesi occupati.


Al loro culmine, il nome e la reputazione per una violenza efficiente e terrificante, erano sufficienti a infondere paura nel cuore di chiunque.

Hitler diede alle SS giurisdizione su tutti i campi di concentramento e permise loro di supervisionare il controllo quotidiano di tutte le nazioni conquistate dalla Germania durante la guerra.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, un gruppo di ex-ufficiali delle SS si rifugiò in Argentina e mise in piedi una rete di fuggitivi nazisti con il nome in codice di ODESSA.


SCHUTZ STAFFELN - LE SS


















'Il mio onore si chiama fedeltà'
('Meine Ehre heißt Treue').


I MISTERI DEL NAZISMO

Ufficialmente il Nazismo si proclamava al di sopra delle confessioni religiose, ma Hitler e gli altri capi nazisti facevano uso del simbolismo e delle emozioni cristiane nel propagandarsi presso il pubblico tedesco (prevalentemente cristiano).

La relazione tra nazismo e cristianesimo può essere descritta solo come complessa e controversa.

Hitler sosteneva una forma di 'cristianesimo positivo', nel quale Gesù Cristo era un ariano, i dogmi tradizionali erano respinti, si accusava la chiesa di avere manipolato il cristianesimo antico gnostico per fini di potere e, in modo simile agli antichi marcioniti si ripudiava l'Antico Testamento.

Alcuni scrittori cristiani hanno cercato di tipicizzare Hitler come un ateo o un occultista (o persino un satanista), laddove altri hanno enfatizzato l'utilizzo esplicito del linguaggio cristiano da parte del partito nazista, indipendentemente da quale fosse la sua mitologia interna.

L'esistenza di un Ministero per gli Affari Ecclesiastici, istituito nel 1935 e guidato da Hanns Kerrl, venne riconosciuta a fatica da ideologi come Alfred Rosenberg, che sosteneva un confuso ritorno alla religione germanica, come pure il comandate in capo (Reichsführer) delle SS e capo della polizia tedesca Heinrich Himmler.

Le relazioni del partito nazista con la Chiesa cattolica sono dibattute. Molti sacerdoti e leader cattolici si opposero apertamente al nazismo sulla base di incompatibilità con la morale cristiana.

La gerarchia cattolica condannò i fondamenti teorici del nazismo con l'enciclica Mit brennender Sorge (1937) di papa Pio XI.

Come per molti oppositori politici, molti sacerdoti vennero condannati al campo di concentramento per le loro posizioni.
Il comportamento della chiesa cattolica tedesca e di papa Pio XII sono attualmente oggetto di controversia storiografica.

Fu al contrario favorevole al nazismo il vescovo Alois Hudal, che cercò un compromesso tra chiesa e regime.


MA CHE COSA ERA DAVVERO IL NAZISMO ?
QUALI ARCANI STUDI SVOLGEVANO I NAZISTI ?
CHE NESSO C'ERA TRA I NAZISTI, LO SPIRITISMO, GLI STUDI ESOTERICI E L'OCCULTO ?
QUALI MISTERI CI SONO ANCORA DIETRO A QUESTA AFFASCINANTE IDEOLOGIA ?


I MISTERI DEL NAZISMO








Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar.


Sfruttando la sua abilità oratoria e facendo leva sull'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende (fallito Putsch nel 1923, con conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla Cancelleria nel 1933 e instaurò la dittatura nel 1934, assumendo anche la carica di capo di stato dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg.

Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta ad espandere il Lebensraum (spazio vitale) tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale.

In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia, il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.


I DISCORSI DEL FUHRER






' Quaggiù il successo è il solo metro di giudizio di ciò che è buono o cattivo'.
(ADOLF HITLER)

' Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola '.
(ADOLF HITLER)

'O si è cristiano o si è tedesco. Essere tutti e due contemporaneamente è impossibile'.
(ADOLF HITLER)

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