marzo 29, 2010

BUONA GUERRA MONDIALE, GENTE!

by John Pilger -

Nella sua più recente rubrica per il New Statesman, John Pilger descrive l'incrementale fronte di guerra americano in tutto il mondo: dall'Afghanistan verso l'Africa e America Latina. Questa è la terza guerra mondiale a tutti gli effetti, condotta dal solo aggressivo "ismo" che nega sia un'ideologia e non è minacciato da tribù introverse in luoghi lontani ma dalle pulsioni anti-guerra dei propri cittadini.

Ecco la notizia della Terza Guerra Mondiale. Gli Stati Uniti hanno invaso l'Africa. Le truppe Usa sono entrate in Somalia, si estende il fronte di guerra dall'Afghanistan e dal Pakistan allo Yemen e ora il Corno d'Africa. In preparazione per un attacco contro l'Iran, missili americani sono stati collocati in quattro Stati del Golfo Persico, e si dice che bombe "bunker-buster" siano in arrivo nella base americana sull'isola britannica di Diego Garcia nell'Oceano Indiano.

A Gaza, la popolazione di malati e abbandonati, soprattutto bambini, è stata sepolta dietro muri forniti sottobanco dagli americani al fine di rafforzare un assedio criminale. In America Latina, l'amministrazione Obama ha stabilito sette basi militari in Colombia, da cui partire per una guerra di logoramento contro le democrazie popolari in Venezuela, Bolivia, Ecuador e Paraguay. Nel frattempo, il segretario della "difesa" Robert Gates si lamenta che "la classe generale [europea] pubblica e politica" sono così contrarie alla guerra che sono "un ostacolo" alla pace. Ricordate, questo è il mese della Lepre marzolina.

Secondo un generale americano, l'invasione e l'occupazione dell'Afghanistan, non è tanto una vera e propria guerra come una "guerra di percezione". Così, la recente "liberazione della città di Marja" dalla struttura di "controllo e comando" dei talebani è stata pura finzione hollywoodiana. Marja non è una città; non c'erano il comando e il controllo dei talebani. Gli eroici liberatori uccisi e i soliti civili, più poveri tra i poveri. In caso contrario, si è finto. Una guerra di percezione si prefigge di fornire notizie false per la gente che torna a casa, a fare sembrare una disastrosa avventura coloniale utile e patriottica, come se "The Hurt Locker" era reale e lo sfilare di bare avvolte dalle bandiere attraverso la città di Wiltshire e Wooten Basset non era stato un esercizio di propaganda cinica.

Gli elmetti in Vietnam usati per dire con l'ironia più squallida "La guerra è divertente", significano che se una guerra si è rivelata non avere scopo diverso da quello di giustificare il potere vorace per la causa di fanatismi lucrativi come l'industria delle armi, il pericolo della verità è accennato. Questo pericolo può essere illustrato dalla percezione liberale di Tony Blair nel 1997 come uno "che vuole creare un mondo in cui l'ideologia ha ceduto interamente i valori" (Hugo Young, The Guardian) rispetto alla pubblica percezione odierna di un bugiardo e criminale di guerra.

Gli Stati occidentali guerrafondai come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non sono minacciati da parte dei talebani o di qualsiasi altra introversa tribù dai luoghi più lontani, ma dall'istinto pacifista dei propri cittadini. Considerate le frasi draconiane pronunciate a Londra per segnalare il gran numero di giovani che protestavano per l'assalto di Israele a Gaza nel gennaio dello scorso anno. In seguito a manifestazioni in cui la polizia paramilitare ha rinchiuso (kettled) migliaia di persone, i primi trasgressori hanno ricevuto pene di due anni e mezzo di carcere per reati minori che normalmente non sarebbero sanzionabili con pene detentive. Su entrambi i lati dell'Atlantico, protestare il dissenso alla guerra illegale è diventato un reato grave.

Il silenzio in altri "quartieri alti" permette questa parodia morale. Attraverso le arti, la letteratura, il giornalismo e la legge, le élite liberali, che si sono allontanate in fretta dalle macerie di Blair e ora Obama, continuano a mascherare la loro indifferenza verso la barbarie e gli obiettivi dei crimini di Stato occidentali, promuovendo a posteriori i mali dei loro demoni di convenienza, come Saddam Hussein. Con la scomparsa di Harold Pinter, provare a compilare una lista di famosi scrittori, artisti ed avvocati, i cui principi non vengono consumati dal "mercato" o sterilizzati con la loro celebrità. Chi tra loro ha parlato chiaramente dell'olocausto in Iraq durante i quasi 20 anni di embargo e di aggressioni letali? E tutto ciò è stato deliberato. Il 22 gennaio 1991, la US Defense Intelligence Agency predisse con dettaglio impressionante come un assedio avrebbe distrutto sistematicamente il sistema dell'acqua potabile in Iraq portando ad una "maggiore incidenza, se non delle epidemie delle malattie". Così gli Stati Uniti hanno stabilito l'eliminazione di acqua potabile per la popolazione irachena: una delle cause, ha osservato l'UNICEF, della morte di mezzo milione di bambini iracheni sotto i cinque anni di età. Ma questo estremismo apparentemente non ha nome.

Norman Mailer una volta ha detto di ritenere che gli Stati Uniti, nella loro ricerca senza fine della guerra e del dominio, erano entrati in un "periodo pre-fascista". Mailer sembrava incerto, come se cercasse di mettere in guardia su qualcosa che anche lui non riusciva a definire. "Fascismo" non è giusto, perché richiama pigri precedenti storici, evocando ancora una volta l'iconografia della repressione tedesca e italiana. D'altra parte, l'autoritarismo americano, come ha sottolineato di recente il critico culturale Henry Giroux, è "più sfumato, meno teatrale, più furbo, meno interessate con modalità repressive di controllo che con le modalità di manipolazione del consenso".

Questo è l'americanismo, l'unica ideologia predatoria a negare che si tratti di una ideologia. L'aumento delle corporazioni tentacolari che sono dittature nel proprio diritto e di un'armata che è oggi uno stato con lo Stato, poste dietro la facciata della migliore democrazia che 35.000 lobbisti di Washington possono comprare, e di una cultura popolare programmata per deviare e vanificare, è senza precedenti. Più sfumata, forse, ma i risultati sono tanto chiari e familiari. Denis Halliday e Hans von Sponeck, gli anziani funzionari delle Nazioni Unite in Iraq durante l'assedio portato dagli statunitense e dai britannici, sono senza dubbio testimoni del genocidio. Non hanno visto camere a gas. Insidiosa, non dichiarata, addirittura presentata spiritosamente come illuminazione del cammino, la terza guerra mondiale e il suo genocidio procedono, essere umano per essere umano.

Nella prossima campagna elettorale in Gran Bretagna, i candidati dovranno fare riferimento a questa guerra solo per lodare "nostri ragazzi". I candidati sono pressoché mummie politiche identiche avvolte nella Union Jack e la Stars and Stripes. Come dimostrato da Blair con un tantino di troppo entusiasmo, l'élite britannica ama l'America perché l'America permette di far sloggiare e bombardare gli indigeni ed è per sé un "partner". Dobbiamo interrompere il loro divertimento.

Traduzione a cura di Astor Della Vega
Fonte: johnpilger.com

marzo 24, 2010

Le scie chimiche. Aspetti psicologici del problema

by Paolo Franceschetti -

Premessa.

Nessun altro problema sul web crea discussioni come quello delle scie chimiche. Nessun altro argomento, quando viene sollevato, suscita una marea di insulti, reazioni scomposte, attacchi personali, ecc…
Lo potete constatare osservando gli articoli del nostro blog.
Abbiamo scritto, o fatto capire, che noti personaggi del mondo dello spettacolo o della politica o della magistratura, sono nella Rosa Rossa. E non si è sollevato se non qualche sporadico commento di critica o di dubbio, quasi sempre legittimo e in buona fede.
Abbiamo scritto che dietro a tutte le stragi italiane c’era sempre lo stato, e Gladio in particolare. Ma nessuno ha protestato o tirato fuori ipotesi contrarie.
Ma se si parla di scie chimiche succede un putiferio.
Un semplice post, che non consisteva neanche in un articolo, ma nella semplice pubblicità di un convegno, ha suscitato un vespaio.
Per giunta, in questo modo i detrattori del fenomeno delle scie chimiche raggiungono un effetto opposto. Cioè rafforzano la tesi di Marcianò e di tutti gli altri, perché chiunque veda questo caos, questi insulti, questi attacchi, questa rabbia dimostrata verso delle persone che, qualunque sia la verità, comunque lavorano per fare un servizio agli altri, non può non essere indotto a pensare che sotto ci sia del vero.

Se infatti venisse qualcuno a sostenere in un sito apposito che il Gran Dio di tutte le Nutelle scenderà sulla terra nel 2011 portando la Nutella a tutti i popoli, io credo che nessuno si sognerebbe di criticare, insultare, o deridere. Né tantomeno di aprire un sito solo per criticare il sostenitore della divinità della Nutella. Al massimo qualche visitatore potrebbe fare qualche commento ironico e finirebbe li.
Ci sono molti siti che sostengono tesi strampalate o che vengono considerate tali.
Il sito Stazione Celeste ad esempio riporta messaggi canalizzati da altre entità angeliche… ma nessuno si prende la briga di attaccarlo o insultarlo. Il sito guardalamiamerda.it, blog tra l’altro che si dichiara iscritto al gruppo “i blog di merda” si becca al massimo qualche insultino del tipo “ma vai a cagare… pezzo di merda…”. In compenso raccoglie anche entusiastici consensi (un anonimo delle 18.57 dice infatti: La merda ha un suo fascino, trovo giusto dedicargli un blog, bravo. W la merda.)

Poi abbiamo il sito http://www.chupacabramania.com/articoli/loch_ness.htm, dedicato a mostri vari… Ma nessuno si sogna di dare ai curatori del sito dei ladri, dei paranoici, ecc…

Viene da domandarsi il perché di questo trattamento riservato a Marcianò e a chi si occupa di schi chimiche.

Considerazioni.

Prima però facciamo alcune considerazioni di tipo psicologico.

Una persona equilibrata raramente si scaglia con violenza contro qualcosa o qualcuno.
Scagliarsi violentemente, odiare e avere sentimenti forti, è indizio di un problema; è indizio cioè che la persona si sente colpita nel vivo.
E’ una regola base della psicologia.
Se avvicinate una persona di colore e le dite “sporco negro” avete buone possibilità di essere gonfiati di botte; se invece le dite “sporco marziano” quello vi guarderà con sufficienza.
Se avvicinate un mafioso siciliano e gli dite “sciamano della foresta amazzonica” probabilmente quello vi guarderà con stupore pensando che avete qualche rotella fuori posto; ma se gli dite “frocio” avete ottime probabilità di non vedere l’alba del giorno dopo perché in certi posti l’omosessualità è un problema.
In pratica quando voi parlate con una persona e la criticate, il fatto che questa si arrabbi è quasi sempre (salvo qualche rara eccezione) indizio che avete colto nel segno e avete individuato un suo punto debole.
La rabbia e l’odio cioè, nascono sempre da qualcosa che ci tocca profondamente.

Ecco il motivo per cui un sito sulla merda non riceve l’onore di avere dei contrositi dedicati a lui. E un sito sul mostro di Loch Ness non se lo fila nessuno, salvo gli appassionati dell’argomento.

Occorre poi considerare un altro fattore. Dedicare troppo tempo ad andare “contro” qualcosa, significa avere qualche disturbo di personalità, a meno che il fenomeno contro cui ci si scaglia non abbia importanza. Essere contro la guerra ha un suo senso perchè si tratta di un male che investe la società; essere contro la povertà pure… Ma essere “contro” dei fenomeni innocui e marginali non è normale. Se infatti una persona dovesse perdere tempo a insultare tutte le persone che dicono qualcosa che non condivide, e se dovesse creare un sito contro tutto ciò che lo disturba, non basterebbe una giornata di 240 ore… Io ad esempio dovrei creare un sito contro il grande fratello, uno contro Maurizio Costanzo, uno contro Berlusconi, uno contro Sanremo, uno contro la frittura perchè fa male, uno contro tutti i surrogati della Nutella che fanno schifo, e poi dovrei passare il mio tempo a provocare, insultare e contestare i siti satanisti, i siti massonici, i siti frivoli di cucina e di moda, i siti di Forza Italia, i siti antibuddisti, i siti cattolici, i forum dei vari quotidiani asserviti al sistema ecc… Cioè non vivrei più.
Personalmente non ho tempo da dedicare neanche a chi mi insulta e mi critica, preferendo dedicarmi a costruire, anziché a distruggere, perché lo trovo più sano.

Quindi, coloro che dedicano troppo tempo ad un fenomeno hanno qualche disturbo, oppure, nella stragrande maggioranza dei casi, sono pagati ad hoc per disturbare e impedire le reali disscussioni su certi temi.

L’atteggiamento di coloro che si scagliano contro le scie chimiche è stupido per una terza ragione. E’ logico infatti che Marcianò, Penna, e tutti gli altri che cercano di informare sulle scie chimiche, sarebbero felici di sapere che si sbagliano. Così come io sarei felice di scoprire che la Rosa Rossa non esiste, che mi sono sbagliato su tante cose; perché vorrebbe dire che il mondo è migliore di come lo vedo.
Quindi è ovvio che Marcianò e gli altri “sciachimisti”, a torto o a ragione, fanno qualcosa che credono utile per la società.
Allora scagliarsi contro di loro non ha senso perché delle due l’una:
o gli schiachimisti sono in errore, e allora bisognerebbe spiegarglielo con calma e con argomenti convincenti; nel qual caso poi saremmo tutti felici che loro siano in errore, mentre la rabbia sarebbe una reazione fuori posto. Pensare che hanno torto dovrebbe dare anzitutto una reazione di sollievo. E in secondo luogo basterebbe lasciarli fare, perché il loro lavoro naufragherebbe da sé, senza bisogno di tanta fatica da parte di esterni.
Oppure hanno ragione. E allora bisognerebbe aiutarli e cercare di capire anche noi.
Se uno ha torto, in altre parole, non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto e sprecare tanta fatica. Perchè il problema si risolverebbe da sè. Nel 2011 tutti vedremo che il gran Dio Della Nutella non porterà la Nutella a tutti i popoli, e non c'è bisogno di scaldarsi e insultare per dimostrarlo.
In ogni caso però l’atteggiamento di rabbia, gli insulti e le altre reazioni scomposte, impededendo o ritardando la comprensione della verità, nuoce a tutti.

Conclusioni

Come ho detto più volte io so poco delle scie chimiche, e non posso dare un mio parere personale.
Capisco però dalle varie reazioni demenziali che ha ragione Marcianò. Riprendo una frase che sentii dire da Carlo Palermo tempo fa: “mi minacciano, quindi sono sulla strada giusta”.
Ecco, per coloro che si occupano di scie chimiche vale la stessa regola. La reazioni esagerate contro di loro, tanto che hanno creato addirittura un sito dedicato complottismo.blogspot.com, indica che queste persone sono sulla strada giusta.

Resta da capire perché le reazioni sono addirittura più violente rispetto a chi si occupa di altri argomenti “complottisti” come l’11 settembre o la Rosa Rossa.

Il motivo è semplice.

Parlare della Rosa Rossa, di Gladio come regia unica in tutte le stragi italiane, di 11 settembre, di massoneria, ecc…, non tocca gli interessi immediati e vitali del cittadino (perlomeno questa è la percezione che ha il lettore...). Quindi non c’è il rischio di reazioni immediate.
Il problema delle scie chimiche, invece, investe direttamente la salute e la sicurezza di TUTTI i cittadini, e paradossalmente anche di quelli che hanno una certa voce e un certo potere nella società; anche politici, amministratori pubblici, e persone potenti sono infatti soggetti a respirare i gas delle scie chimiche. E c’è il rischio di un sollevamento popolare, c’è il rischio che si creino comitati di cittadini che potrebbero intervenire, ecc…

In altre parole. Un articolo su Gladio lascia indifferenti perchè in fondo hanno ammazzato altri, non un parente. C’è la Rosa Rossa dietro ai delitti di Cogne Erba o Garlasco? E che gliene frega al lettore? Mica abita a Cogne, Erba o Garlasco!
Ma le scie chimiche stanno sulla testa di tutti. Nuocciono a tutti. E ledono interessi vitali ed immediati di tutti.
E il sistema non può permettere che la verità venga resa nota. Il lettore potrebbe dire: “Cavolo… e se fosse vero? Sono guai per me…”
Ecco il motivo della violenza degli attacchi contro chi si occupa di questi problemi.
Il sistema deve intervenire in modo rapido ed immediato, perchè non può permettersi che il problema venga conosciuto.

Alcune considerazioni finali su Internet e sul “sistema” in cui viviamo.

Molti, privatamente e non, mi hanno chiesto di togliere i commenti di insulti al post sulle scie chimiche.
In realtà ho preferito lasciarli per un motivo che vi spiego.

La realtà virtuale, su internet, ripete gli stessi meccanismi della realtà corporale e fisica. Ci sono però due differenze non da poco.
La prima è che nella realtà virtuale non ci sono grossi pericoli. Se ti minacciano, ti attaccano, ti disturbano, tutto ciò avviene solo per mezzo di parole e immagini; cioè avviene con l’utilizzo di strumenti che non possono farci del male veramente. Basta spegnere il PC e gli insulti svaniscono, le minacce non esistono. Il massimo del danno che possono provocare potrebbe essere la chiusura di un forum o di un blog (che poi riaprirebbe altrove). Ma la vita continuerebbe come al solito.
Nella realtà fisica invece ti possono uccidere, togliere beni materiali, distruggere rapporti con le persone che ami, cioè creare difficoltà reali.

La seconda differenza è la rapidità con cui i fenomeni sul web nascono e muoiono. I rapporti umani, le organizzazioni e le varie iniziative, che possono nascere sulla rete, hanno spesso una maggiore rapidità nel nascere e una maggiore rapidità nel distruggersi o essere distrutti.

Per il resto però la realtà virtuale segue gli schemi della realtà fisica. Nascono e muoiono rapporti, ci si arrabbia, ci lasciamo attrarre dalle persone, ci sentiamo più o meno sereni a seconda di una parola giusta o sbagliata, impariamo, cresciamo, evolviamo, cambiamo idea, odiamo, ci scontriamo, stringiamo amicizie…

I cosiddetti “poteri occulti” e i servizi segreti, agiscono sul web con le stesse modalità con cui agiscono nella realtà fisica, con la differenza che sul web non ci sono pericoli e tutto è più rapido. Osservare quindi come operano questi poteri sul web, può dare la misura di come essi operino anche nella realtà.

Memorabile ad esempio, nel mio blog e nel forum “Poteri occulti”, è l’intervento di un personaggio che si firma Maestro di Dietrologia, il quale prima con il nick 33 ha postato della minacce su questo blog; poi dopo qualche tempo, dopo che molti lettori si erano preoccupati e qualcuno aveva addirittura decriptato il significato esoterico di quelle minacce, ha confessato di aver messo lui quelle minacce per farmi capire quanto io sia paranoico, e per farmi riflettere sul fatto che grido “al lupo al lupo” per degli innocui messaggi che in realtà erano semplici giochi di parole.
A suo dire, questo personaggio l’avrebbe fatto “per il mio bene” e perché “mi stima”.
Più o meno quello che è successo ad Antonella Randazzo, a cui hanno aperto un blog dedicato “le censure di Antonella Randazzo”, non per attaccarla ma – dice colui che ha aperto il sito – perché le vuole bene…. Per farla ragionare… per aiutarla a crescere.
http://lecensurediantonellarandazzo.blogspot.com/
Stessa identica tecnica di Maestro di Dietrologia.
La verità è che nessuno spreca tanto tempo ed energie per qualcosa che non condivide. A meno che non abbia un interesse personale nella questione. A meno che, cioè, non sia pagato dal sistema.

Un lettore mi ha telefonato dicendo “Paolo, ora che ho osservato il comportamento di Maestro di Dietrologia, e di RosaR, se quello che vedo sul web corrisponde a quello che devi subire nella realtà, capisco quanto debba essere dura la tua vita”.
Ho risposto che il problema non è il web. Qui tutto può essere preso con un enorme gioco, e i commenti di debunker professionisti talvolta mi hanno fatto addirittura ridere con le lacrime agli occhi per l’umorismo e l’intelligenza dimostrata.


Lascio quindi senza censura i post sulle scie chimiche, come lascio sul mio forum tutti i commenti dei debunkers vari, affinchè chiunque abbia tempo e voglia possa andare ad analizzarli e avere, sul web, una specie di schema dell’operato di questi poteri in ogni altro campo.

Le tecniche utilizzate sono sempre le stesse e sono state analizzate sia da Massimo Mazzucco in un recente articolo dal titolo “Manuale operativo dell’acchiappadebunker” se lo conosci lo combatti:

http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3121

sia da Antonella Randazzo in un altro articolo dal titolo “Controllori all’attacco dei controllati”, a cui rimando:
http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/03/le-false-dispute-controllori-allattacco.html

Se volete farvi un’idea della tecnica usata, ma allo stesso tempo anche divertirvi, è perfetta la vicenda delle minacce di morte da parte di questo personaggio che si firma Maestro di Dietrologia, alias 33, minacce che poi sono diventate innocui scherzi per il mio bene. Chi avrà la pazienza di leggere tutto con attenzione ne trarrà degli spunti interessanti e potrà verificare l’applicazione pratica delle tecniche operative di cui parla Mazzucco. Il link è questo:
http://poteriocculti.mastertopforum.net/minaccia-sul-blog-decriptazione-da-parte-di-un-esperto--vt129.html

Occorre prendere le vicende del web come una specie di gioco virtuale, in cui per fortuna nessuno muore e nessuno ha problemi materiali, ricordando ai lettori e a chi è oggetto di attacco che “le parole non hanno nessun potere su di noi, se non siamo noi a darglielo”.


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PS. Vorrei qui pubblicamente esprimere la mia protesta contro il sito

Il sito assegna ogni anno il perlone d'oro, al complottista che dice maggiori cazzate.
Se fosse un sito serio, includerebbe anche me tra i complottisti. Ritengo invece che anche questo sito sia condizionato dalle solite lobby, i favoritismi, ecc... Altrimenti non si capisce perchè gli insulti e il premio Perlone lo danno solo a Mazzucco e Marcianò.

Ho scritto al sito 'complottismo' protestando per la discriminazione contro di me, e chiedendo di essere inserito tra i candidati al Perlone d'oro e loro mi hanno risposto che prenderanno in considerazione la mia richiesta. Ma finora nulla... non un articolo, non un insulto, una presa per il culo, niente di niente.

Credo infatti che il sito 'complottismo' sia stato creato da Marcianò Mazzucco e dalla Randazzo, a fini pubblicitari.

Fonte

marzo 21, 2010

Settimo anniversario: l'obiettivo della guerra in Iraq era quello di distruggerlo

by Lieven De Cauter -

Mentre l'anniversario della guerra condotta in Iraq si sta avvicinando, penso a quello che ho scritto sette anni fa: che questa invasione illegale non aveva nulla a che fare con la guerra al terrore, ma è stato pianificato con largo anticipo e non per esportare democrazia, ma per la distruzione dell'Iraq. Sono stato apertamente deriso per questo. Nella migliore delle ipotesi, sono stato stato ritenuto simpatico o patetico nella mia rabbia, ma non nel livello quando si trattava di politica mondiale.

In preparazione per la serata, in occasione di questo settimo anniversario il 20 marzo, Sto leggendo un libro: Pulizia culturale in Iraq. Perché i musei sono stati saccheggiati, bruciate biblioteche e gli accademici assassinati. La tesi di fondo è, credeteci o no, che lo scopo della guerra è stata fin dall'inizio la distruzione dello stato iracheno. Ma c'è di più: la pulizia culturale, tollerando il saccheggio dei musei, la combustione delle biblioteche e l'assassinio di accademici, sostengono gli autori, faceva parte della strategia di guerra. Condizione finale sarà sicuramente imporsi come un concetto, a fianco del genocidio e dei suoi derivati, come ad esempio urbicidio (distruzione delle città), sociocidio (distruzione del tessuto sociale) mnemocidio (distruzione della memoria collettiva). Ci auguriamo di sì, perché purtroppo questi concetti e il loro intreccio non si applicano solo in Iraq.

C'era parecchia copertura della stampa circa il saccheggio dei musei, anche se la stampa non ha associato la responsabilità alle potenze occupanti, come le leggi internazionali di guerra prevedono, e senza che fosse identificata come una strategia di "mnenocidio". Al contrario, in tutti questi anni un silenzio assordante regna sulle centinaia di docenti che sono stati vittime di omicidi mirati in Iraq. Strano. Nei primi tre mesi di occupazione 250 accademici sono stati uccisi. Il Tribunale di Brusselles ha ora un elenco di 437 vittime, un elenco che serve come punto di riferimento mondiale. Perché i professori che hanno documentato questi omicidi e le sparizioni sono stati uccisi o costretti a fuggire dal paese, è sempre più difficile mantenere questo elenco aggiornato. Secondo il Christian Science Monitor, entro il giugno 2006 già 2.500 accademici sono stati uccisi, rapiti o espulsi dal paese. Nessuno sa quanti sono stati uccisi fino ad oggi. Sappiamo che migliaia di persone sono state minacciate - spesso da buste contenenti proiettili - e sono fuggite. Accanto agli accademici anche i professionisti dei media, medici, ingegneri e leader spirituali sono stati oggetto di intimidazioni, rapimenti e omicidi. E 'importante sapere che, nel caso dei docenti universitari, non sono stati omicidi settari, perché le statistiche mostrano che non vi è alcun motivo negli omicidi. Professori in posizioni di rilievo in particolare sono stati presi di mira, e non solo baathisti.

Questi omicidi non sono mai stati oggetto di indagine, i colpevoli non sono stati mai trovati figuriamoci perseguiti. Come mai? Forse perché entrambi gli occupanti e i nuovi governanti in Iraq hanno pensato che non era importante. O forse perché gli squadroni della morte sono parte della loro strategia, come già in El Salvador. Questo è quanto sostiene il libro: l'assassinio di accademici è stato ed è parte della "Opzione Salvador".

CONCLUSIONI DEGLI AUTORI?
L'obiettivo era quello di liquidare la classe intellettuale, che dovrebbe naturalmente essere la base per un nuovo stato democratico. E' alquanto sinistro. Così sinistro che è difficile da credere. Eppure è vero: l'eliminazione di accademici e altri professionisti della classe media è servito al fine primo e più alto della guerra : la distruzione dello stato iracheno. "State-ending" invece di "nation building". Secondo i curatori del libro, questa strategia di guerra è stata una decisione presa quando si sono allineate tre parti:

- i neoconservatori che volevano basi permanenti in una strategia geopolitica di dominio militare

- Israele, che non voleva (e non vuole) uno stato potente nel suo cortile

- l'industria petrolifera che voleva mettere le mani su una delle più grandi riserve di petrolio nel mondo.


Questo ho anche scritto sette anni fa. Ora è lì, in bianco e nero, con molte note, ben documentato in un libro pubblicato da una casa editrice di fama internazionale (Pluto Press). Forse il mondo starà finalmente iniziando a rendersi conto della verità.

Proteste in tutto il mondo da parte della comunità accademica sarebbero belle. Ma un minuto di silenzio per i loro colleghi uccisi, non sarà sufficiente. Perché, e ciò lo rende così travolgente, tutto questo è solo la punta di un iceberg: i bambini che sono nati gravemente deformati mediante l'uso di fosforo bianco e uranio impoverito, la mancanza di acqua potabile, elettricità e l'assistenza sanitaria, la distruzione del sistema educativo che si traduce in una generazione perduta, gli 1,2 milioni di morti e cinque milioni di profughi - tutte queste cose insieme fanno la guerra in Iraq il più grande crimine di guerra e la più grande catastrofe artificiale umanitaria degli ultimi decenni. E continua. Non vi è poca o nessuna speranza di miglioramento, soprattutto non dopo le recenti elezioni.
Aggiungete a questo gli innumerevoli bombardamenti e la disintegrazione settaria del paese e avrete il quadro dell'inferno.
E noi, noi tutti guardiamo sempre di più dall'altra parte. Perché siamo stanchi di sentire parlare di Iraq, dopo sette anni? Lascia un sapore amaro in bocca vedere che ho avuto ragione con la mia tesi circa la distruzione dell'Iraq, che il pensiero di tanti era assurdo. Anche Bush ha avuto ragione nella sua famosa dimostrazione sul ponte della USS Lincoln il primo maggio del 2003: "Missione compiuta". Infatti, l'Iraq è distrutto.

Lieven De Cauter, filosofo e presidente del Tribunale di Brusselles

Fonte: http://www.brusselstribunal.org
Traduzione di Astor Della vega

marzo 20, 2010

Delitto di Via Poma: Vanacore suicida? Improbabile...

di Gabriella Pasquali Carlizzi -

DELITTO DI VIA POMA: VANACORE SUICIDA? IMPROBABILE…
PIU’ VEROSIMILE PENSARE CHE SIA STATO “SUICIDATO”…
ESATTAMENTE COME SI ERA IPOTIZZATO GIA’ NEL 1995 QUANDO L’INCHIESTA COORDINATA DALL’ALLORA PROCURATORE AGGIUNTO ITALO ORMANNI E DAL SOSTITUTO SETTEMBRINO NEBBIOSO IMBOCCO’ LA DIREZIONE GIUSTA, DIREZIONE DI CUI INCOMPRENSIBILMENTE SI PERSERO LE TRACCE.
CHE FINE HANNO FATTO I RISULTAI DELLE INDAGINI CUI APPRODARONO, BENCHE’ ASSAI INQUIETANTI, I DUE MAGISTRATI? ANCHE ALL’EPOCA SI DISSE CHE SE CI FOSSE STATO UN PROCESSO, VANACORE NON LO AVREBBERO FATTO ARRIVARE VIVO! E LA MORTE DELL’EX PORTIERE NON E’ L’UNICA IN QUESTO SCENARIO DI SANGUE AD ESIGERE CHIAREZZA.
NELL’AGOSTO DEL 2006, QUANDO ORMAI SI DAVA PER CERTO CHE UN PROCESSO CI SAREBBE STATO, SEPPURE A CARICO DI UN IMPUTATO CHE MOLTI, NOI COMPRESI, CREDONO INNOCENTE, MORI’ MISTERIOSAMENTE ALDO CONCHIONE. COSTUI, GIA’ FUNZIONARIO DEI SERVIZI SEGRETI, SOTTO LA COPERTURA DI GIORNALISTA ED EDITORE, PUBBLICO’ IL LIBRO “IO, VIA POMA E…. SIMONETTA” IL CUI AUTORE, SALVATORE VOLPONI FU IL DATORE DI LAVORO DELLA VITTIMA.
OGGI CONCHIONE SAREBBE STATO UN TESTIMONE CHIAVE… FORSE QUALCOSA DI PIU’ POTREBBE EMERGERE DALLA EVENTUALE RIESUMAZIONE DEL SUO CADAVERE…

Per coloro che sono stati a vario titolo parte di questa inchiesta è difficile credere che Pietrino Vanacore si sia suicidato.
Basti pensare che non era stupido, tutt’altro, e ben sapeva che un gesto estremo avrebbe complicato ancora di più la vita ai suoi familiari, a suo figlio, destando nuovi ed inquietanti sospetti, proprio ciò che cercava di evitare e di cui si lamentava.

Resta il fatto che la figura di Vanacore ed eventuali ruoli nella vicenda esigono ora più che mai assoluta chiarezza, anche se chi scrive è ben consapevole che l’impianto accusatorio a carico di Raniero Busco si indebolirà per far posto ad una verità che si è cercato di ostacolare per vent’anni.

E’ pur vero che i tempi sono cambiati e ciò che negli anni novanta poteva apparire destabilizzante delle Istituzioni, oggi si inserirebbe in un quadro politico ove assistiamo a continui e legittimati comportamenti destabilizzanti anche ad opera di chi dovrebbe garantire ai cittadini ben altro.
Non vi è giorno in cui manchino vergognosi attacchi alla Magistratura, minacciata da ogni pulpito pubblico, al contrario di metodi diversi che si adottarono nel caso del delitto di via Poma, al solo fine di vanificare anni di indagini a dir poco “scottanti” che con onestà e coraggio Ormanni e Settembrino Nebbioso avevano portato avanti fino a quando….

Già, anche loro sembra trovarono un ostacolo più grande di un macigno.

Esattamente come accade in questi giorni per alcune inchieste giudiziarie in corso, girò voce che la magistratura nell’intercettare un personaggio sospettato di aver depistato le indagini, incappò in una conversazione telefonica tra questo personaggio e un “intoccabile istituzionale”, proprio mentre discutevano sulle conseguenze che sarebbero scaturite a seguito della perquisizione disposta dagli inquirenti presso la Bnl di Piazza Fiume ove furono finalmente trovate alcune cassette di sicurezza…
Che fare?
Procedere a carico del personaggio sospettato a quel punto significava chiamare in causa chi, per la carica che all’epoca ricopriva, poteva veramente destabilizzare nei cittadini il rispetto e la fiducia verso le Istituzioni.
E poi spesso i Pubblici Ministeri non sono assecondati dai loro superiori.
Le indagini a quel punto si arenarono, ma qualcuno onde seppellire definitivamente l’inchiesta pensò bene di affidare ad Ormanni un caso altrettanto risonante come l’uccisione della studentessa Marta Russo, provvedendo anche ad una “trappola” capace al momento giusto di screditare la Pubblica Accusa.
E chi non ricorda di quel processo, ciò che provocò la scoperta del famoso video-shock della teste Gabriella Alletto?

E come sistemare il Sostituto Settembrino Nebbioso?
Un Magistrato che era stato capace di arrivare al bandolo della matassa del “giallo di via Poma”, meritava ben altra carica….
Ed eccolo promosso fino a Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia.

La sottoscritta, fu ascoltata più volte a verbale da Settembrino Nebbioso, in quanto il destino volle che io il 7 agosto del 1990 mi trovassi proprio lì sotto, proprio negli orari ipotizzati del delitto, anche un po’ prima e anche un po’ dopo, mentre aspettavo mio marito che era in una riunione di lavoro presso uno studio sito in una delle palazzine di quello stabile.

E posso anche affermare che tutto quanto fu oggetto delle mie deposizioni fu riscontrato come vero, tanto che nell’ambito dell’inchiesta su via Poma non subii alcun provvedimento giudiziario.

Anzi, insieme al mio collega giornalista investigativo Gabriele Ratini, altro testimone che andrebbe ascoltato, recuperammo molte informazioni e materiale definito utilissimo da quei magistrati, materiale che ci consentì di risalire ai rapporti di stretta amicizia tra l’AIG, per cui lavorava Simonetta Cesaroni e l’allora Capo della Polizia Vincenzo Parisi.
Il tutto con tanto di fotografie.
Il particolare non era di poco conto, in quanto tale rapporto era stato incomprensibilmente e reiteratamente negato al PM da parte anche di addetti ai lavori, quando interrogati, il Magistrato voleva capire se vi fosse qualche ombra riconducibile ai Servizi Segreti.

Non crediamo sia un caso che la vera sede dell’AIG si trovasse a via Cavour 44, stabile in uso ai Servizi e dove abitava anche Parisi.

Chi dunque, e per quale tipo di lavoro, chiese in “prestito” per un breve periodo Simonetta Cesaroni, nell’ufficio di via Poma 2?

Un indirizzo mantenuto riservatissimo dalla stessa Simonetta, dato che risulta che nessuno dei familiari sapesse dove la ragazza svolgesse questo incarico extra, e a suo dire, nemmeno il datore di lavoro Volponi ne era a conoscenza dato che per sapere il nome dell’Associazione (AIG) e il relativo indirizzo dovette telefonare al suo socio in Calabria, tale Bizzocchi.

E non si dica che stando a quanto la famiglia afferma delle abitudini di Simonetta, era da considerarsi normale che la stessa non avesse detto a nessuno l’indirizzo del nuovo ufficio, visto che con Volponi lavorava in via Maggi e tutti ne erano a conoscenza.

E dunque è legittimo pensare che chi aveva chiesto in “prestito” Simonetta per il lavoro al computer fosse riconducibile a qualche Servizio Segreto, così come “riservato” doveva rimanere il luogo e il lavoro stesso chiuso in quel computer.
Ma c’è di più.
Perché la famiglia si allarmò subito e tutti si comportarono in modo improprio e in aperta violazione delle norme previste in casi di timore di qualche disgrazia?

In fondo la ragazza era maggiorenne e seppure i parenti o il datore di lavoro avessero pensato di presentare denuncia di scomparsa, dovevano attendere le 24 ore di rito.

E non solo.

Ma quando con Volponi trovarono finalmente l’indirizzo di via Poma 2, tutti loro, da perfetti estranei, seppure legittimati a nutrire qualsivoglia paura, magari Simonetta poteva aver avuto un malore in ufficio, dovevano chiamare i Vigili del Fuoco, o la Polizia, o i Carabinieri, ma mai commettere ciò che potrebbe ancor oggi apparire una violazione di domicilio….

Si evitò consapevolmente che lo Stato scoprisse quel luogo, e chi vi lavorava, finchè di fronte ad un cadavere furono tutti obbligati a chiamare chi di dovere.

Non risulta che nessuna delle persone che intervennero sul luogo del delitto prima della Polizia, fossero individui stupidi, o privi della conoscenza delle più elementari regole di comportamento, e questo punto dovrebbe far riflettere tutti, magistrati compresi.

Si parla delle incomprensibili resistenze da parte della moglie del portiere, ma non si parla delle inadeguate pretese da parte di estranei, nessuno dei quali titolato a mettere piede in quell’ufficio.

E chi ci dice quante e quali prove inconsapevolmente furono inquinate e vanificate in quel via vai, tra la disperazione, lo sconcerto, e tutto ciò che umanamente si manifesta di fronte ad una tragedia del genere?

E’ anche vero che ciò in Italia capita spesso e determina poi danni alle indagini fino a poter contare moltissimi delitti insoluti.

E’ tuttavia necessario distinguere.
Se la scena del delitto viene inquinata casualmente, nel senso che uno si trova davanti un morto ammazzato e magari vi si avvicina per sentire se respira e calpesta un’impronta, questo tipo di incidente non è imputabile a nessuno .
Se invece, chi teme il peggio per una persona cara, pretende di scavalcare cancelli, obbligare chi non dovrebbe ad aprire la porta di un domicilio privato, costui si rende responsabile insieme a chi impropriamente cede alle insistenze di una serie di circostanze che risulteranno il primo danno alle indagini.

Ora, nel caso di Simonetta Cesaroni, relativamente alla sera del 7 agosto del 1990 abbiamo da un lato una portiera che detiene le chiavi dell’ufficio non si sa bene a che titolo dato che queste chiavi, sembra dovessero stare all’interno dell’appartamento come riserva.
Dall’altro lato, ci sono la sorella di Simonetta con il fidanzato, il datore di lavoro Volponi con il figlio, tutte persone a cui la ragazza non aveva dato l’indirizzo dell’ufficio, che pretendono di entrare ed effettivamente entrano.

Qualcuno avrà pure chiesto a questi signori, come mai non chiamarono la Polizia?
E gli Inquirenti se lo saranno chiesto?
O facciamo passare un nodo così importante come “agitazione del momento” o altre sbadataggini?
La portiera perché cedette alle insistenze dei quattro?
Forse la minacciarono?
E se non la minacciarono perché lei stessa non li invitò a chiamare la polizia?
Sapeva già cosa era accaduto?
Bene, io come ebbi a verbalizzare più volte, prima con l’allora funzionario di Polizia Nicola Calipari, poi con il Pm Settembrino Nebbioso, ricordo perfettamente di aver sentito una lite tra un uomo la cui voce mi rimase impressa, e una donna.

L’uomo chiedeva con insistenza un qualcosa che la donna non voleva dargli, sostenendo che rischiava di perdere il posto di lavoro, dunque un qualcosa che riguardava il suo lavoro.
Ricordo che la lite cessò improvvisamente, ma non sentii alcun grido di aiuto, come di chi sta per essere uccisa da qualcuno armato.
E ricordo anche i tre uomini che vidi entrare nello stabile poco dopo, vestiti di tutto punto, che cercavano il portiere per ritirare presso di lui qualcosa.
Descrissi in particolare uno dei tre uomini, e Calipari mi disse di tenermi pronta per fare un identikit.
Ma nessuno mi chiamò.

Qualche tempo dopo riconobbi questo uomo in una immagine di repertorio mandata in un Tg, solo in quel momento seppi chi era. Inviai una raccomandata con ricevuta di ritorno alla Procura di Roma, dicendo che avevo riconosciuto uno dei tre uomini che vidi entrare in via Poma il 7 agosto del 1990 e che volevo formalizzare.
Nessuno mi chiamò.

Nel 2004 fui però contattata proprio da Aldo Conchione, editore del libro di Volponi.
Costui mi disse molte cose, e ci frequentammo per un paio d’anni.
Un giorno venne a trovarmi a casa e quando si congedò, così si espresse: “Se mi hanno seguito, questa è l’ultima volta che ci siamo incontrati…. Faranno fuori anche me…”.
Era il mese di luglio del 2006. Conchione fu trovato morto nell’agosto dello stesso anno.

Molti mi chiedono che idea io mi sia fatta di questo delitto, e molti giudicheranno la mia idea come fantasiosa, inverosimile.
Tuttavia, poiché sto morendo a causa di un cancro, rispondo ugualmente senza timore dei giudizi altrui.

Penso che Simonetta Cesaroni in via Poma stesse svolgendo al computer un lavoro di “Affari Riservati” e che la relativa documentazione dovesse interessare apparati deviati dei Servizi, per finalità altrettanto deviate.

Nella ipotesi che la lite che io sentii corrispondesse veramente ad una lite tra Simonetta ed un signor X, penso che il delitto passionale sia stato simulato a seguito o di un improvviso colpo dietro la testa, o di una caduta accidentale della ragazza che ne causò la morte.
Ricordo una perizia del primo medico legale che affermava che la ragazza morì per un colpo alla testa ed emorragia interna.

E’ dunque possibile che durante la lite assai accesa, la ragazza abbia inciampato e sia caduta e morta sul colpo. Come pure, sia stata aggredita con un colpo mortale. Questo spiegherebbe il perché io non sentii alcun grido di aiuto.
Ed è anche possibile che l’uomo, non sapendo come giustificare l’accaduto ai “suoi interlocutori” cui avrebbe dovuto consegnare chissà quale “materiale riservato”, e temendo di soccombere egli stesso, abbia simulato con 29 coltellate post-mortem un delitto passionale.
Avrebbe detto infatti che recatosi nell’ufficio per farsi consegnare il materiale aveva trovato la ragazza massacrata.
E per dimostrare l’accaduto, l’uomo aveva provveduto addirittura a chiudere la porta con quattro mandate, aspettando magari chissà quali disposizioni e da chissà quali autorevoli e ignoti signori….
Cissà, magari gli stessi che prima della sua deposizione al processo lo hanno “suicidato”.
Certo è che quanto si è verificato in questa indagine nel corso di venti anni lascia intendere che l’assassino da “coprire” non era certo un giovane ex fidanzato, ragazzo semplice, lavoratore, e soprattutto un presunto assassino, come tale assai comodo a tutti.

Chi mai si sarebbe esposto ad essere incriminato per tanti reati, la falsa testimonianza, il depistaggio, movimenti di denaro con pacchi di banconote ritrovate, il tutto per coprire Raniero Busco?

Personalmente non ci credo, e la morte di Vanacore rafforza le mie convinzioni.

Tuttavia mi chiedo come mai nessuna delle parti in causa esige la mia testimonianza al processo?

Una ipotesi di risposta potrebbe essere quella di una collettiva tacita intesa, nel non sfiorare in questo caso giudiziario nulla che possa risultare scomodo.
Nell’interesse di tutti… anche dell’imputato. (?)…
Trovare un colpevole? Si, purchè sia un uomo qualunque….
Il Mostro di Firenze ce lo insegna….

Da La Giusta Informazione 2

Panorami segreti della storia


di Giuseppe Cosco -

«Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un pò più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto». Così si espresse Nicholas Murray Butler. Giova ricordare chi era questo personaggio. Il Dr. Nicholas Murray Butler è stato presidente dell’Università di Columbia, presidente della Carnegie Endwment for International Peace, membro fondatore, presidente della Pilgrims Society e membro del Council on Foreign Relations (CFR) e capo del British Israel.

Taluni autori denunciano, sempre con maggiore insistenza, che è in atto una cospirazione superpolitica, "religiosa" o esoterica. I fili della storia, asseriscono questi studiosi, si tirano proprio nelle logge massoniche e nei consigli di amministrazione delle multinazionali e delle grandi banche. La Rivoluzione francese fu una congiura massonica, preparata da "società di pensiero" – uguali a quelle studiate da Augustin Cochin (1876-1916) – e da altri gruppi di pressione. La Rivoluzione bolscevica fu una congiura giudaico-massonica. Diversi storici sono convinti di questo. Il "Times" (10 marzo 1920) confermò il complotto: «Si può considerare ormai come accettato che la rivoluzione bolscevica del 1917 è stata finanziata e sostenuta principalmente dall’alta finanza ebraica attraverso la Svezia: ciò non è che un aspetto della messa in atto del complotto del 1773».

Estrema importanza assume, sempre al riguardo della rivoluzione russa del febbraio del 1917, il fatto che, non affatto casualmente, il governo fosse costituito principalmente da massoni, tra questi risaltava Kerensky. E’ anche rivelatore il libro "Rossija nakanune revoljucii" di Grigorij Aronson, che fu pubblicato nel 1962 a New York e che riporta delle missive di E. D. Kuskova, moglie del massone Prokopovic, legato da grande amicizia al confratello Kerensky. In una di queste lettere, datata 15 novembre 1955, si legge: «Avevamo la ‘nostra’ gente dappertutto. (...). Fino a questo momento il segreto di questa organizzazione non è stato mai divulgato, eppure l’organizzazione era enorme. Al tempo della rivoluzione di febbraio tutta la Russia era coperta da una rete di logge».

L’iniziato Jean Marques-Rivière scrisse: «L’esoterismo, con la sua forza sul piano ideologico, guida il mondo». Il lato occulto della storia contemporanea è complesso e, oltremodo, variegato. Insospettabili VIP. del mondo che conta sono affiliati ad oscuri ordini esoterici. L’ex presidente Bush sarebbe stato iniziato, nel 1943, alla sètta "Skull and Bones" (Teschio e Ossa) dell’Università di Yale, fondata nel 1832. George Bush ha diretto anche la Cia. La Skull and Bones assieme a società come il Rhodes Trust, secondo l’autorevole rivista inglese "Economist" (25 dicembre 1992), sono la moderna risorgenza degli "Illuminati di Baviera" di Jean Adam Weisshaupt (1748-1830).

Anche suo padre Prescott sarebbe stato membro della sètta "Skull and Bones". Di essa farebbero parte le più potenti famiglie degli Stati Uniti (EIR Special report, American Leviathan, pag. 181). Tra queste vale la pena di menzionare «la famiglia Harriman, della Morgan Guaranty Trust, è Skull and Bones da generazioni. Petrolio: ci sono i Rockefeller, fra gli iniziati. Studi legali di grido. Poltrone alte della Cia…» (M. Blondet, Gli Adelphi della Dissoluzione. Strategie culturali del potere iniziatico, Edizioni Ares, Milano 1994, pag. 232).

E’ anche molto interessante venire a sapere che, secondo quanto scrive lo storico Antony C. Sutton in "America’s Secret Establishment" (liberty House Press. Bilings 1986, pagg. 207 e segg.), la "Skull and Bones" è collegata al movimento New Age e ad essa, asserisce ancora Sutton, non sono estranei aspetti satanisti. Marylin Ferguson nel suo libro "The Aquarian Conspiracy", una vera e propria Bibbia del movimento New Age, mette assieme Huxley con Teilhard de Chardin, Carl Gustav Jung, Maslow, Carl Rogers, Roberto Assagioli, Krishnamurti, ecc. tra i personaggi, che sono da considerare come padri spirituali del New Age. Aldous Huxley e suo fratello Julian, quest’ultimo fu il primo dirigente dell’ U.N.E.S.C.O., erano anche membri di importanti affiliazioni mondialiste, tra queste ricordo l’anglosassone Fabian Society.

Sui vertici del mondialismo, lo stesso René Guenon, che era un 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato e un 90° del Rito Egiziano di Memphis-Misraim, ebbe ad affermare: «…ma dietro tutti questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di risolverla qui» (cit. da "Il Teosofismo", edizioni Arktos, 1987, vol. II, pag. 297).

Ritornando alla "Skull and Bones" la sua importanza può essere ben compresa se si riflette che, nel 1917, essa diresse, tra l’altro, quel centro finanziario denominato "120 Brodway", finanziatore del bolscevismo in Russia (EIR Special report, cit., pag. 182) e del nazismo in Germania che, tra l’altro, portò al potere (Ibid., pag. 183). Non ci si meravigli se, a questi livelli, parole come "destra e sinistra" non hanno più significato, più esattamente, non si bada a razze, religioni o ideologie: questi sono solo mezzi da utilizzare per raggiungere il fine ultimo, su scala mondiale, con l’antica strategia del "divide et impera".

E, a questo punto, non meraviglia venire a conoscenza delle trattative segrete intercorse tra George Bush ed alte personalità del governo dell’Iran, che poi hanno portato allo scandalo dell’Irangate. Gli accordi furono resi possibili da Khomeini e dal suo entourage, comprendente buona parte dei suoi ministri, il capo della polizia, il comandante dell’esercito, il procuratore generale del tribunale islamico, il capo della polizia segreta, ecc., sarebbero stati affiliati alla Grande Loggia dell’Iran, che è sottoposta alla dipendenza della Gran Loggia d’Inghilterra. L’appartenenza alla Grande Loggia dell’Iran delle personalità iraniane citate, è attestata dalla lettera che il segretario della Grande Loggia, Ahmad Aliabadi, ha fatto pervenire al Gran Maestro della Grande Loggia dell’Iran, Sharif Iman il giorno 16 novembre 1975. Il documento è stato pubblicato da "Nuova Solidarietà" (12 marzo 1988, pag. 4), e da "Chiesa Viva" (n. 199, pag. 8).

E’ poi noto che l’ex presidente George Bush è esponente di rilievo della sinarchia internazionale, figura di spicco del C.F.R, della Trilaterale, della potente Pilgrims Society oltre che della Skull and Bones. E’ anche interessante accennare ad un articolo, firmato M. Dornbierer, apparso, il 29 gennaio 1991, sul giornale messicano "Excelsior" che spiegava lo «smisurato sionismo» di Bush documentando la sua origine ebraica secondo quanto indicato nell’Enciclopedia ebraica castigliana. Bush è inoltre un W.A.S.P. (White Anglo-Saxon Protestant), ovvero un americano convinto che la sua origine razziale e le sue convinzioni religiose lo pongano al di sopra degli altri uomini (Epiphanius, Massoneria e sètte segrete: la faccia occulta della storia, Ediz. Ichthys, Roma, pag. 97).

Scrive Blondet che «secondo Sutton, lo storico della Skull and Bones, la stessa locuzione ‘Nuovo Ordine Mondiale’ descrive il fine ultimo che gli affiliati alla società segreta di Yale s’impegnano a perseguire... A questo i membri dell’Ordine s’impegnerebbero a giungere attraverso la gestione di conflitti artificialmente generati, come quello tra nazismo e comunismo.... Per Sutton, questa filosofia segreta dell’Ordine rivelerebbe la sua origine tedesca (che Sutton ritiene di poter provare): gli iniziati sarebbero dei tardi seguaci di Hegel, votati a far progredire il mondo attraverso opposizioni, tesi e antitesi, per poi comporle in una sintesi superiore. Si ricordi che anche Karl Marx era hegheliano (benché "di sinistra") e vedeva nel comunismo la sintesi della lotta tra Capitalismo e Proletariato. L’ipotesi, affascinante, può essere superflua. A noi sembra sufficiente evocare uno dei motti, delle insegne della Massoneria, che suona: Ordo ab Chao, l’Ordine (nasce) dal Caos» (M. Blondet, Complotti. I fili invisibili del mondo. I - Stati Uniti, Gran Bretagna, Il Minotauro, Milano 1995, pagg. 84-85).

L’idea del "Nuovo Ordine del Mondo" è perseguita con accanimento. Del presidente Bill Clinton, scrive Epiphanius (op. cit., pag. 497): «la sua educazione l’ha ricevuta nella britannica Oxford, dove venne ammesso nel super elitario ‘Rhodes Group’, una società superiore dell’area del POTERE affine alla ‘Skull and Bones", come scrisse l’’Economist’ inglese nel suo numero del 25 dicembre 1992. L’’Economist’ elencava una decina delle maggiori ‘società d’influenza’ del mondo occidentale rivelando la loro comune derivazione dall’Ordine degli Illuminati di Weisshaupt fondato nel 1776. Clinton appartiene anche al C.F.R., alla Commissione Trilaterale e al Bilderberg…». Blondet ci informa che Clinton portò con sé Les Aspin (CFR) che, tra l’altro, firmò la «Dichiarazione di Interdipendenza", che è, in sostanza, - una mozione del Congresso che nel 1962, proponeva di cancellare dalla Costituzione ogni dichiarazione di sovranità nazionale, in quanto ostacolo all’instaurazione di un ‘Nuovo Ordine Mondiale’» (Complotti. I fili invisibili del mondo. I, op. cit., pagg. 103-104).

«Il Rhodes Group – ci fa sapere ancora Epiphanius, alla nota 145, pag. 497, del suo "Massoneria e sette segrete" (cit.) – nacque nel 1891 per iniziativa di Lord Cecil Rhodes, ricchissimo personaggio legato ai Rothschild, assieme a Lord Milner, Lord Isher, Lord Balfour e un Rothschild, intorno all’idea-guida di organizzare una federazione mondiale di cui U.S.A. e Impero britannico sarebbero stati il centro propulsore. Il mezzo per attuarla consisteva in una selezione elitaria dei quadri protagonisti degli ambienti universitari, politici, finanziari. Attorno a questo nucleo iniziale permeato delle idee mondialiste e socialiste della Fabian Society, sorsero i gruppi della Round Table che a loro volta, nel 1919, diedero vita ai due odierni pilastri del potere mondialista, cioè gli Istituti Affari Internazionali britannico (R.I.I.A.) e americano (C.F.R.). Il Rhodes Group, al pari della Skull and Bones, controlla il C.F.R., (che a sua volta controlla la Trilaterale), il governo-ombra americano il cui comitato direttivo annovera personaggi in grado di gestire bilanci superiori a quello annuale lordo americano».

Ritornando al progetto del Nuovo Ordine Mondiale, già il 17 febbraio del 1950 il banchiere James Warburg, alla Commissione Esteri del Senato, era stato fin troppo chiaro quando aveva affermato: «Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o col consenso o con la forza». Anche con le stragi. Il Palazzo Federale "Alfred P. Murrah" ad Oklahoma, U.S.A., viene fatto saltare in aria da una tremenda esplosione, il 19 aprile del 1995. Le vittime furono 168. Furono sospettate dell’attentato e arrestate tre persone: Timothy McVeigh, Terry Nichols e James Nichols. L’FBI iniziò «col dichiarare che il meccanismo esplosivo era un’auto-bomba imbottita di 1.000 libbre di esplosivo. Poi era un’auto con 1.400 libbre. In seguito si trattava di un camion con 4.000 libbre. Adesso è un furgone per traslochi con 5.000 libbre di esplosivo» (Nexus New Time, N. 1, Padova 1995, pag. 14).

Ted Gunderson, ex dirigente dell’FBI, al contrario di quanto volle far credere il Dipartimento di Giustizia Americano e cioé che si è trattato di «una singola semplice bomba fertilizzante», affermò che: «la bomba era un congegno elettroidrodinamico a combustibile gassoso (bomba barometrica), che non è possibile sia stata costruita da McVeigh... la bomba utilizzata era un sofisticato congegno A-neutronico, usato dall’esercito americano...» (Ibid.). Sam Cohen, padre della bomba neutronica, il 28 giugno dello stesso anno, al telegiornale della KFOR-TV, dichiarò: «Non mi interessa quanto fertilizzante e gasolio hanno usato, non sarebbe mai stato sufficiente. Cariche di demolizione, piazzate sulle colonne chiave, hanno fatto lo sporco lavoro» (Nexus New Time, N. 2, Padova 1995, pag. 9). Antefatto: non è stato molto pubblicizzato che, «il 28 marzo 1994, l’Assemblea Legislativa dello Stato dell’Oklaoma passò una risoluzione che colpiva quello che veniva percepito come un programma di governo mondiale. Fu il primo e, forse, il solo Stato ad approvare tale legislazione» (Ibid., pag. 10). Di seguito riporto alcuni estratti relativi alla decisione dell’Assemblea Legislativa dell’Oklahoma:

Risoluzione N. 1047:

Una risoluzione in relazione alle forze militari degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite; si presenta una petizione al Congresso affinché cessi determinate attività concernenti le Nazioni Unite...

Considerato che non c’è appoggio popolare per l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale o di una sovranità mondiale di qualsiasi tipo, sia sotto le Nazioni Unite o sotto qualsivoglia organismo mondiale in qualsiasi forma di governo globale;

Considerato che un governo globale significherebbe la distruzione della nostra Costituzione e la corruzione dello spirito della Dichiarazione di Indipendenza della nostra libertà e del nostro sistema di vita.

...sia deliberato dalla Camera dei Rappresentanti della seconda Sessione della 44ma legislatura dell’Oklaoma:

Che al Congresso degli Stati Uniti sia con la presente rammentato di:

(...). Cessare ogni supporto per l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale o qualsiasi altra forma di governo globale.

Che al Congresso degli Stati Uniti è, con la presente, rammentato di astenersi dal prendere qualsiasi ulteriore iniziativa verso la fusione economica o politica degli Stati Uniti in un organismo mondiale o qualsiasi altra forma di governo mondiale. (Fonte: Newsgroup alt. conspiracy, via Pegasus computer networks, Australia). (Ibid.).

Cosa dire di questi fatti? Quale oligarchia misteriosa dirige, in segreto, i vari governi delle nazioni? Lascio al lettore il compito di arrivare a delle conclusioni. Alla luce di certi accadimenti i governi, la politica e gli stessi politici assumono contorni sbiaditi, sfumati. Misteri che travasano nella storia altri misteri. Pochissimi, forse, sanno che «Il fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei ‘Cento Neri’, completo già all’inizio del ‘900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio» (M. Blondet, Complotti. I fili invisibili del mondo. II - Europa, Russia, Il Minotauro, Milano 1996, pag. 83).

Chi tira i fili della storia? Ricercare certe dinamiche è cosa ardua specie quando riguarda la sfera politica e ciò che sembra del tutto casuale, in molti casi, è stato attentamente preparato. Franklin Delano Roosvelt, presidente americano e 33° del Rito Scozzese, nonché appartenente alla Pilgrim Society e al C.F.R., il governo-ombra americano, affermò: «In politica nulla accade a caso. Ogni qualvolta sopravviene un avvenimento si può star certi che esso era stato previsto per svolgersi in quel modo». Una oscura oligarchia sembrerebbe tirare le fila di burattani, solo apparentemente, alla ribalta della scena politica. Aveva ragione Benjiamin Disraeli, statista inglese del secolo scorso, quando disse: «Il mondo è governato da personaggi ben diversi da quelli creduti da coloro i quali non sanno guardare dietro le quinte». Neppure i partiti contano poi molto. Essi stessi sono a loro volta manovrati, usati, in relazione a degli scopi precisi.

René Guenon ci informa, nel suo articolo "Réflexions à popos du pouvoir occulte" pubblicato, con lo pseudonimo di Le Sphinx, sul numero dell’11 giugno 1914, pag. 277, della rivista cattolica "France Antimaconnique", che «Un ‘potere occulto’ di ordine politico e finanziario non dovrà essere confuso con un ‘potere occulto’ di ordine puramente iniziatico… Un altro punto da tenere presente è che i Superiori Incogniti, di qualunque ordine siano e qualunque sia il campo in cui vogliono agire, non cercano mai di creare dei ‘movimenti’ (…). Essi creano solo degli stati d’animo (état d’esprit), ciò che è molto più efficace, ma, forse, un poco meno alla portata di chiunque. E’ incontestabile che la mentalità degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico di suggestioni appropriate; in fondo, l’educazione stessa non è altro che questo, e non c’è qui nessun ‘occultismo’ (…). Uno stato d’animo determinato richiede, per stabilirsi, condizioni favorevoli, e occorre o approfittare di queste condizioni se esistono, o provocarne la realizzazione».

Al riguardo dei movimenti rivoluzionari sempre il Guénon, nel suo libro L’Esoterismo di Dante (Ediz, Atanòr, Roma 1971), spiega: «...tali movimenti sono talvolta suscitati o guidati, invisibilmente, da potenti organizzazioni iniziatiche, possiamo dire che queste li dominano senza mescolarvisi, in modo da esercitare la loro influenza, egualmente, su ciascuno dei partiti contrari». Sul fenomeno del terrorismo delle Brigate Rosse e su quello di estrema destra, il giudice Pietro Calogero, uno dei magistrati che più ha studiato il problema, ammetteva l’esistenza di: «una rete di collegamenti che si raccoglie intorno a un centro di interesse unitario, che permette ai due terrorismi di procedere insieme nell’assalto dello Stato».

Fantapolitica e tendenza al complottismo? Tutt’altro. Ecco due esempi italiani. Leggete cosa la rivista americana "Eir" scriveva: «Il 2 aprile 1993... il capogruppo Dc alla Camera, Gerardo Bianco, e il suo collega al Senato, Gabriele De Rosa, presentano un esposto alla procura di Roma, chiedendo di appurare se c’è una cospirazione politica per distruggere l’ordine costituzionale italiano (...). Gli scandali rappresentano un tentativo da parte delle forze Anglo-Americane, segnatamente la Fra Massoneria, di orchestrare una generale destabilizzazione della nazione italiana per distruggere il sistema politico esistente e insediare un nuovo ordine, a loro più gradito» (Fabio Andriola e Massimo Arcidiacono, L’anno dei complotti, Baldini&Castoldi, Milano 1995, pagg. 25-26).

Ai cronisti, che chiedevano a Mancino cosa c’è dietro le stragi italiane, lui rispose: «Non escludo un ruolo della finanza internazionale» (Ibid., pagg. 16-17). Strategie occulte della secret fraternity bancaria internazionale. David Rockefeller «credendo di parlare a orecchie fidate, nel ‘91... ha ammesso:

1) che una cospirazione esiste ‘da quaranta anni’;

2) che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto ‘un governo mondiale’ e ‘la sovranità nazionale’ dei banchieri;

3) che il nemico dei cospiratori è ‘l’autodeterminazione nazionale’»

(M. Blondet, Complotti. I fili invisibili del mondo. I, op. cit., pagg. 97-98).

Fonte: Giuseppe Cosco

marzo 17, 2010

Blackwater, i crociati della morte


by Gordon Poole -

Negli Stati Uniti di Obama va avanti l’azione, fuori di ogni legge e controllo, della Blackwater; la compagnia che fornisce all’amministrazione eserciti privati per le missioni sporche, dall’Afghanistan all’Iraq. Ecco in esclusiva la vera storia.

Quando ci si riferisce agli operatori di Blackwater e di altre compagnie private simili, vengono identificati eufemisticamente come "civilian contractors".
In un recento programma radiofonico della National Public Radio si è denunciato il fatto che quando sono feriti, mutilati o uccisi in zone di combattimento come l'Iraq o l'Afghanistan, non ricevono se non un'iniziale e sommaria assistenza dalle strutture ospedalieri militari Usa e trovano difficoltà a farsi compensare tramite le proprie polizze assicurative. Durante il programma non si è parlato di cosa facevano in Iraq e Afghanistan questi sfortunati o i loro più fortunati colleghi di lavoro.

L’eufemismo del termine "civilian contractors" sta nel fatto che una parte significativa degli operatori alle dipendenze di Blackwater, come delle altre società simili, sono mercenari, costituiti in una "compagnia di ventura", un vero e proprio esercito, parallelo alle forze armate regolari nazionali. La base Blackwater nello stato del North Carolina s'estende su circa tremila ettari, possiede una propria aviazione di 76 aerei (che affitta alle forze armate regolari statunitensi per operazioni "delicate"), un proprio settore marittimo (con esercitazioni su un lago artificiale appositamente costruito). E come qualsiasi esercito che si rispetta ha il proprio corpo di intelligence, e le proprie forze speciali. Queste ultime in Pakistan sono incaricate tra l'altro di commettere assassini e sequestri di persone sospettate di appartenere ai Talebani o ad Al-Qaeda. Inoltre gestiscono la campagna segreta statunitense di bombardamenti con aerei invisibili, i cosiddetti drone.

Mentre i soldati dell'esercito regolare Usa sono per lo più giovani e per circa due terzi membri delle minoranze etniche (con qualche straniero con aspirazione alla cittadinanza), gli eserciti privati sono composti soprattutto da bianchi maturi, con una lunga esperienza militare acquisita in varie branche delle forze armate. La differenza maggiore l'esercito regolare e la Blackwater é che quest'ultima dipende, nella prassi, direttamente dall'esecutivo, non risponde al Congresso. I suoi agenti entrano ed escono dalle stanze più segrete delle strutture di sicurezza nazionale, dove neanche i parlamentari possono accedere se non dietro autorizzazione specifica e motivata. Possono condurre operazioni in patria e soprattutto all'estero che non sarebbero consentite a militari regolari, molte delle quali proibite da accordi internazionali, come la Convenzione di Ginevra. Quindi Blackwater, che è la maggiore fra le compagnie di questo genere, è un esercito che agisce nell'ombra, le cui operazioni sono coperte da una fitta nebbia di segretezza.

La Cia è particolarmente irritata perché questa compagnia ha assunto un ruolo sempre maggiore nel compimento di operazioni clandestine che erano in passato sua prerogativa. La disinvoltura con la quale si muove la Blackwater fa sì che passi indenne attraverso controversie e processi per atti che, se fossero stati commessi da operatori della Cia, sarebbero probabilmente stati condannati.

Secondo Jeremy Scahill, autore di “Blackwater. The Rise of the World's Most Powerful Mercenary Army”, giornalista di "The Nation", accanto ai circa 250.000 militari regolari dislocati fra Iraq e Afghanistan c'è un ugual numero di contractor. In Afghanistan, in particolare, si verifica un'anomalia: oltre ai circa 68.000 arruolati nelle truppe regolari operano circa 104.000 contractor. Con l'aumento del numero di regolari voluto dal governo di Obama si calcola che si avrà un congruo aumento anche delle forze irregolari: oltre a Blackwater, compagnie come il K.B.R. (specializzata in logistica), DynCorp e Tripple Canopy, che sono forze paramilitari a contratto col Dipartimento della Difesa, il Dipartimento di Stato o la Cia. L'esercito Usa è soltanto la seconda forza in campo. E la presenza di truppe mercenarie permette agli Stati Uniti, se necessario, di fare a meno della politica di alleanze con altre nazioni: basta affittare un esercito e farselo pagare dai contribuenti. Inoltre, i morti e feriti dei contractor non contano, nel senso che non entrano nei tabulati.

Hillary Clinton, quando era candidata alla presidenza, promise che avrebbe messo Blackwater al bando e propose leggi in questo senso; ora, quando si reca in Afghanistan, le sue guardie del corpo sono agenti Blackwater. Anche Barack Obama, quando era senatore, cercò di regolarizzare la posizione dei contractor, per metterli sotto il controllo di un qualche sistema di leggi. Non solo non vi riuscì, ma sotto la sua presidenza se ne fa un uso molto maggiore di quanto non abbia fatto l'amministrazione Bush.

In effetti, Obama è costretto a servirsi delle compagnie di contractor per compensare il fatto che le forze militari ufficiali sono troppo estese sia in Iraq che in Afghanistan e inoltre sono inadatte alla conduzione del genere di operazioni clandestine, spesso sporche, che le forze speciali mercenarie invece compiono con impunità. Un esempio di grande attualità è il programma, segreto naturalmente, del J.S.O.C. (Joint Special Operations Command) a Karachi: una forza specialissima composta di esperti militari in pensione dai Navy Seals, Delta Force, Army Rangers, ecc. Sono operativi in Afghanistan e, dal 2006, anche in Pakistan. Il JSOC, che dipende dalla Blackwater, è particolarmente specializzato nel sequestrare persone identificate come nemici perché siano sottoposte rendition e "interrogate". Inoltre collabora alla campagna di bombardamenti aerei dei drone della Cia. Tutto questo, sebbene ormai conosciuto grazie a indiscrezioni e soffiate, viene sistematicamente negato dal Pentagono e dalla Casa Bianca.

Il capo del J.S.O.C. dal 2003 al 2008 è stato il generale Stanley McChrystal che, durante l'amministrazione Bush, prendeva ordini direttamente dal vicepresidente Richard Cheney e dal segretario della Difesa Donald H. Rumsfeld, senza passare per il Congresso. Proprio McChrystal è stato nominato da Obama capo delle forze militari in Afghanistan. Per garantire una maggiore collaborazione con le forze regolari, l'attuale capo del J.S.C.C. e successore di McChrystal è il suo ex-vice nel J.S.O.C., l'ammiraglio William McRaven.

I crociati della morte
La compagnia Blackwater ha una sua ideologia politica, che non collima perfettamente con quella professata dal governo statunitense, in particolare dall'attuale amministrazione Obama. Il capo e fondatore della compagnia è un uomo dell'estrema destra, Erik Prince, un "Christian crusader" (crociato di Cristo: la definizione è sua) che si crede investito dalla sacra missione di muovere guerra all'Islam. Gli operatori di Blackwater venivano incoraggiati a fare cacce notturne in elicottero per abbattere iracheni in giro per le strade o le campagne, una specie di sport. Fra l'altro, Erik Prince è stato accusato ufficialmente da due ex-dipendenti (pentiti) di aver fatto uccidere individui creduti informatori delle autorità federali nel corso di un'investigazione subita dalla Blackwater per attività criminali. Questo capo del più grande esercito privato degli Stati Uniti, che si considera un patriota, ha accesso a informazioni super-segrete ritenute così importanti da non essere comunicate neanche ai membri del Congresso.

Quello che si sa della Blackwater proviene soprattutto da ex-arruolati che hanno lavorato per anni per la compagnia e che per varie ragioni sono rimasti delusi, e dal giornalismo investigativo di persone come Jeremy Scahill. Spesso si tratta di persone che avevano una specie di venerazione per Erik Prince, finché cominciarono a rendersi conto degli scopi "messianici" che costituiscono il cuore della sua politica. Altri furono sconcertati dall'illegalità che caratterizzava molte operazioni. La maggior parte sono ex-operatori che sentono il dovere di informare il pubblico della realtà di un'organizzazione della quale si pentono di aver fatto parte.

Gordon Poole La Voce delle Voci”, n.2 feb 2010

marzo 08, 2010

I buoni e i cattivi (Ahmadinejad l’illuminato), II parte

di Salvatore Brizzi -

"Ma veniamo al 2009. La conferenza dell'Onu sul Razzismo e la Xenofobia tenutasi a Ginevra in Aprile si è aperta fra polemiche e contestazioni plateali.
Quando sale sul podio, Ahmadinejad critica “l'insediamento di un governo razzista in Medio Oriente dopo il 1945”, alludendo chiaramente a Israele.

Con il pretesto delle sofferenze del popolo ebraico, e utilizzando in modo non appropriato l’olocausto, – ha detto dal palco di Ginevra – essi [gli israeliani] hanno reiterato le loro aggressioni militari contro una nazione intera di palestinesi. Immigrati dall’Europa, dagli USA e da altri paesi del mondo, hanno creato un governo totalmente razzista nella Palestina occupata. Con la scusa della comprensione del razzismo e delle sue conseguenze in Europa, gli israeliani hanno imposto il governo più crudele e razzista ad altre parti del mondo, come la Palestina.
Le radici dell’attacco degli USA all’Iraq e la loro invasione dell’Afghanistan si trovano nell’arroganza della precedente Amministrazione USA e nella pressione esercitata da poteri privi di controllo nell’espansione della loro influenza nell’interesse del complesso industriale e dei fabbricanti di armi.
Crediamo nella necessità di un mondo nuovo, con un cambiamento di politiche e comportamenti. I rappresentanti che pretendono di abbandonare la sala sono una minoranza e raccomandiamo loro di aumentare la propria capacità di tolleranza: tutto deve basarsi sul rispetto reciproco e la giustizia.


Come se Ahmadinejad stesse dicendo delle inaccettabili falsità – stava invece riportando fatti storici – tutti i rappresentanti dei paesi europei abbandonano l’aula mentre il presidente dell’Iran pronuncia queste parole, e già prima dell’inizio della conferenza Israele, Stati Uniti, Italia, Australia, Canada, Polonia, Germania, Olanda e Nuova Zelanda si erano rifiutati di partecipare perché sapevano che Israele avrebbe ricevuto dure critiche.
Questi personaggi hanno mostrato un infantilismo che non ci si aspetta da persone che non dovrebbero trovarsi lì in gita di piacere, bensì a rappresentare intere nazioni! E hanno al contempo mostrato un esplicito servilismo verso Stati Uniti e Israele, comportamento, questo, che invece ci si aspetta tranquillamente!
Cosa hanno trovato di intollerabile nelle parole del presidente iraniano? Se ciò di cui lui ha parlato non è successo realmente – e non sta succedendo – allora qual è la loro versione alternativa della storia? Secondo la loro visione che cosa sta facendo esattamente Israele in Palestina... impartisce lezioni di tolleranza razziale?

Il suo discorso – correttamente tradotto – si trova a questo indirizzo: http://www.azionetradizionale.com/2009/04/22/discorso-di-ahmadinejad-durban-ii/

Ahmadinejad ha ricevuto anche applausi dalla platea: la prima volta quando ha accusato “gli stati occidentali di essere rimasti in silenzio di fronte ai crimini commessi da Israele a Gaza” e la seconda volta quando ha detto che occorre “rivedere le organizzazioni internazionali e il loro modo di lavorare”. Consensi al presidente iraniano sono arrivati anche quando ha parlato della crisi economica mondiale sottolineando che “continua ad aggravarsi e non ci sono speranze che possa essere superata”, e ha accusato gli Usa di averla scatenata.
Tutte parole inaccettabili... vero? Sono proprio i deliri di un pazzo!
Decisamente inascoltabili per i rappresentanti occidentali... che invece sono persone serie e rispettabili, così maturi da alzarsi e andarsene mentre il presidente dell’Iran chiarisce le sue ragioni allo scopo di evitare l’ennesima guerra.

Più tardi, nel corso della conferenza stampa, Ahmadinejad sulla controversa questione dell'armamento nucleare iraniano ha precisato: “Con tutta franchezza dico no all'arma nucleare, sì all'energia nucleare”. Per l'Iran “la questione del nucleare è un dossier chiuso... Noi abbiamo firmato la convenzione dell'Aja e intendiamo ricavarne dei vantaggi.” Per Ahamadinejad la “giustizia deve essere uguale per tutti: se l'energia nucleare è utilizzata bene... che sia a disposizione di tutti, quando è cattiva... che sia proibita a tutti.”

Discorsi intollerabili... davvero... dovrebbero impedire a un pazzo del genere di parlare in pubblico! Non capisco cosa stiamo aspettando ad attaccarlo con tutte le nostre forze di pace congiunte!!!

Ecco alcuni libri da me selezionati che trattano della Teoria della Cospirazione .

...continua sul terzo e ultimo post.

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)

marzo 07, 2010

Will Globalists Trigger Yet Another World War


by Giordano Bruno -

World War III is the most iconic event in American culture that never happened. Since the early 1950’s, generations have been preparing for it, writing books about it, producing films and fictional accounts on it, and even playing video games based on it. The concept of another world war is so ingrained into our popular consciousness that it has become almost mythological. It is a legend, a fantasy story of something far away and incomprehensible, often associated with Tim Lahaye novels and action adventure narratives of religious prophecy and Armageddon. World War III has become “entertainment.”

The cartoon-ization of a “last great global conflict” is due to a natural tendency of human beings to cope with terrifying ideas, often by intellectually trivializing them, and thereby making them easily digestible, much like the proverbial public speaking tactic of imagining the audience with their clothes off.

The problem with this development in our society is that it causes us to become cynical to the point of idiocy when confronted with very real threats. By convincing ourselves that such an event is an impossibility we leave ourselves unguarded and without a conceptual point of reference, because we have not thought about the scenario in a practical levelheaded manner. This is akin to a man who has never even considered the likelihood of being mugged on the street, versus a man who has trained in self defense for just such a situation. When the event occurs, the two men will have totally different psychological reactions; the first man utterly surprised and out of his element with little to no constructive response, and the latter man far less mentally phased and thus more likely to survive.

With this fact in mind, we will endeavor to explore recent world events, along with international agreements and tensions, and how they could be used by Global Elites to trigger a war reaching around the planet.


Most Wars Happen To The Benefit Of Globalists

Elites often attempt to paint a pretty picture, a glossy flower filled love-fest, when it comes to the creation of World Government. The truth however has been and always will be that the road to globalization is paved with the death of innocents and civilizations. Every movement towards the formation of centralized global government has been preceded by unthinkable destruction. This may seem futile and horribly regressive to us, but to Globalists, war is a highly effective and useful tool.

Conflict on a massive scale creates an atmosphere of tension and terror, giving the average man, even men who are nowhere near danger, a sort of perpetual tunnel vision. World War has the ability to trigger the “fight or flight” psychological response and sustain it in an entire society over long periods of time. Maintaining such a mental state in a human being can cause severe exhaustion and emotional imbalance. Imagine the process of interrogation and torture used on a prisoner in places such as Guantanamo Bay, then, apply that to an entire nation of people. War breaks down our psychological defenses as a society, and makes us vulnerable to suggestion.

By creating war, Globalists change not only the political landscape of nations, but also the emotional and rational checks and balances of every individual who has not prepared himself to handle the pressures of fear. In this way, people can be made to forget how things were before, and accept a new world, a world designed around the corrupt appetites of elite minorities, if only to make the fear stop.

I often hear arguments that war is simply a product of temporary mass insanity. That it is often a “blunder,” an “oversight.” Make no mistake, governments and the power brokers behind them WANT war. Indeed, they commonly design wars that never would have happened without their help. Here are only a few of the many examples:


The Spanish American War:

The Spanish American war was one of the first to be a wholly media driven event, created out of thin air and forced on the American public. Elites in Washington, including Theodore Roosevelt, wanted to move the U.S. into an expansionist policy and the realm of empire building. Most American citizen wanted nothing to do with expansionism. Our country had been built in opposition to empires after all. Enter William Randolph Hearst; newspaper mogul and elitist. Hearst papers across the country went on a tabloid spree, reporting on battles between the Spanish government and Cuban guerrilla fighters that were not actually happening, along with exaggerated dramatizations of Spanish government mistreatment of civilians. Of course, the Spanish were certainly not treating the Cuban people well, but the fact that Hearst made stories up in order to paint a grave picture with which to manipulate Americans at home is what is important here.

Upon his arrival in Cuba, Hearst correspondent Fredrick Remington cabled to Hearst: “Everything is quiet. There is no trouble. There will be no war. I wish to return.” Hearst reportedly replied: “Please remain. You furnish the pictures and I’ll furnish the war.”

Hearst’s propaganda though was not quite enough to make the people want to forcefully overtake another country or adopt expansionism. So, on February 15, 1898, an explosion was set on the USS Maine off the coast of Havana, Cuba. 260 out of 355 sailors lost their lives, though strangely, only two ranked as officers were killed. Hearst papers went into overdrive claiming the Spanish had sunk her with a mine or torpedo, and the pretext for war in Cuba was established. Ever since, the U.S. has held an ever more prominent policy of expansionism and empire building.

Interestingly, recent studies, including those of National Geographic, show that the debris from the Maine explosion pointed outward, indicating an explosion from INSIDE the ship, not outside. The government still maintains that this must have been “accidental”:

http://loc.gov/law/help/usconlaw/pdf/Maine.1898.pdf


World War I:

The beginning of WW I is often blamed on a “mindlessly mechanical series of events,” but this is simply nonsense. The embroilment of America in the affairs of Europe was carefully orchestrated and far from accidental.

Norman Dodd, former director of the Committee to Investigate Tax Exempt Foundations of the U.S. House of Representatives, testified that the Committee was invited to study the minutes of the Carnegie Endowment for International Peace as part of the Committee’s investigation. The Committee stated: “The trustees of the Foundation brought up a single question. If it is desirable to alter the life of an entire people, is there any means more efficient than war…. They discussed this question… for a year and came up with an answer: There are no known means more efficient than war, assuming the objective is altering the life of an entire people. That leads them to a question: How do we involve the United States in a war. This is in 1909.”

http://www.threeworldwars.com/world-war-1/ww1.htm

Once again, Americans had no interest in expansionism or fighting wars along side Monarchies that we with good reason despised. The key to how we were fooled once again into going against our better instincts lay in the sinking of yet another ship; the Lusitania.

lusitania-sinking.jpg

The Lusitania was attacked by a German U-boat and sunk on May 7, 1915, killing 1198 passengers and was later used as a pretext for drawing the U.S. into WWI; this is the commonly held view taught in every high school history class. The problem is that it is only half the story. What it does not mention is the fact that the British goaded the Germans into the attack.

In that era, there still existed “rules of war,” one of which was the expectation that German U-boats should surface before destroying any merchant vessel and allow the passengers to flee the ship. The Germans adhered to this standard until the British began arming merchant ships and ordering them to fly the colors of neutral countries. They were then to sink any U-boat that surfaced to deliver a warning. The good faith of the understanding was ruined, and the Germans decided it was safer to sink the ships without warning and be done with it.

The British also began smuggling arms and explosives using regular merchant ships as cover, making them participants in the war, and therefore targets. The Lusitania was no exception.

When the Lusitania was hit by a German torpedo, the initial explosion was certainly destructive, but not as destructive as the massive secondary explosion passengers witnessed as they were fleeing the scene, which ripped the ship apart. For decades the U.S. and British governments denied that the Lusitania was carrying arms, until divers exploring the wreckage discovered cases of nearly 4 million rounds of ammo! Meaning according to the articles of war, the Lusitania was in fact classified as a combatant, not a non-threatening ocean liner:

http://www.dailymail.co.uk/news/article-1098904/Secret-Lusitania-Arms-challenges-Allied-claims-solely-passenger-ship.html

The most shocking element to this engineered disaster however was the fact the U.S. and British governments were well aware that the ship would be attacked, and ALLOWED it to occur.

The German Embassy took out ads in 50 U.S. newspapers warning that the Lusitania could be made a target. The U.S. State Department in turn contacted each of the newspapers and in a threatening fashion suggested that they refrain from printing the ad. A small portion of the newspapers ignored the State Department and printed anyway, but most of the passengers of the Lusitania never saw it.

Finally, and most importantly, is a fascinating discussion from the book “The Intimate Papers of Colonel House,” between House; an advisor (some would say puppeteer) to Woodrow Wilson, and Sir Edward Grey, the Foreign Secretary of England before the attack on the Lusitania occurred. The coldness of the exchange is haunting:

Grey: “What will America do if the Germans sink an ocean liner with American passengers on board?”


House: “I believe that a flame of indignation would sweep the United States and that by itself would be sufficient to carry us into the war.”


World War II:

World War II was perhaps the first war in which Globalists created an enemy completely from scratch. That’s right; the Nazis were organized and funded by Elites from across the world, including those here in America.

Hitler himself was considered a joke among Germans when he first began his tirades for an “Aryan Empire,” and was shrugged off by the mainstream as a lunatic. But Germany was also in the middle of the worst economic collapse in recent memory, and when Hitler gained support from the Thule Society, a Freemason-like secret society in Europe, and also began receiving investment from Wall Street interests, including the Rockefeller family, the German people started taking notice. Hitler’s new aristocratic friends could bring to Germany what the people desperately wanted; jobs and cold hard cash.

The collusion between the Rockefellers and the Nazis is well documented, and was first exposed by the discovery of the Von Knieriem Documents during the Nuremberg Trials. The documents outline how the Rockefellers, through their company Standard Oil, supplied investment, as well as secret fuel technology, without which Nazi warplanes would have been inoperable:

http://neithercorp.us/npress/?p=22

http://www.mazal.org/archive/nmt/07/NMT07-C001.htm

The Rockefellers also started the first eugenics population control program here in the U.S. in 1909, forcefully sterilizing over 60,000 “genetically inferior” Americans long before Hitler put the idea into practice in Germany:

http://hnn.us/articles/1796.html

The Rockefeller Foundation helped found the German eugenics program and even funded the program that Josef Mengele worked in before he went to Auschwitz.

And how about the exposure of George W. Bush’s grandfather, Prescott Bush, as a Nazi collaborator and launderer of Nazi funds:

http://www.guardian.co.uk/world/2004/sep/25/usa.secondworldwar

This is only a small portion of the evidence which proves that the Nazi’s were an elitist creation, and World War II deliberately engineered.

Iraq / Afghanistan War:

I won’t go into the long and sordid background of the 9/11 attacks and how they were used to foment a never-ending war in the Middle East. To do so would take an entirely separate article. What I will say is, the “official story” of that event has been shown on numerous occasions by thousands of researchers, many of whom are architects and engineers, to be riddled with holes and completely unsatisfactory by any measure of logic. The collapses themselves have been left scientifically unexplained by NIST, the government agency tasked with constructing “answers” for the many oddities surrounding the structural failure of WTC 1, 2 and 7. NIST continues to refuse to release the source data for their computer models they claim prove that the towers fell naturally due to burning jet fuel. Without this source data, none of their conclusions hold any validity. They are simply opinions backed by nothing.

Dr. Steven Jones along with eight other scientists around the world have published a peer review paper in the Open Chemical Physics Journal proving beyond a doubt that military grade nanothermite (demolitions) is present in large quantities in the rubble of the WTC:

http://www.bentham-open.org/pages/content.php?TOCPJ/2009/00000002/00000001/7TOCPJ.SGM

http://www.journalof911studies.com/

This means that demolitions were placed in the buildings most likely by someone with easy access and were used to aid in their collapse. The suspects for such an operation I leave for you to decide, though I find it highly improbable that “Muslim Extremists” were involved.

After each of these wars was concocted, governments and Globalists around the planet pushed for even greater centralization of authority and consolidation of power. After the Spanish American War, Americans were herded towards accepting the idea of U.S. expansionism. After World War I, we were convinced to hurtle ourselves into European affairs and squander money and resources on unnecessary conflicts. We also witnessed the formation of the League of Nations, a pre-UN global body meant as a beginning foundation for world government. After World War II, Europe was nearly wiped off the map, its people downtrodden and psychologically ripe for centralization. Without WWII, the European Union would have never been possible. The U.S. also joined the United Nations, the body which is now being pushed along with the IMF for oversight of global financial regulation, as well as unified trade law and “harmonization.” After the Iraq / Afghan war began, a new threat was fabricated in the guise of “terrorism,” a faceless enemy with no real nation or border, no identifiable army, and an elusive and sloppily defined ideology. Anyone can be labeled a terrorist, even an American citizen, thus, a war on terrorism can be sustained indefinitely.

This sets the stage for the next possible global conflict which could be used as the final motivator to pressure the masses into an oppressive New World Order.


World War III: A Realistic Assessment

On Christmas Day 2009 a young Nigerian man by the name of Umar Abdulmutallab was lead into an airport in Amsterdam by what witnesses describe as a “well dressed Indian man” who lied about Umar’s status as a Sudanese refugee. Although Umar was already on a terrorist watch list, he was not flagged, and was allowed to board the plane without a passport and without difficulty:

http://www.npr.org/blogs/thetwo-way/2009/12/witness_alleged_bomber_possibl.html

Also according to witnesses, another man on the plane reportedly (and rather oddly) filmed the would-be terrorist during the entire flight. As the plane approached landing in Detroit, Umar proceeded to ignite an explosive substance hidden in his underpants. Only days after, Al-Qaeda agents allegedly based in Yemen took responsibility. Why anyone would take responsibility for a botched underwear bomb attack I leave to your imagination.

And how has the U.S. Government been proceeding in Yemen? Air strikes killing 63 civilians including 28 children:

But lets set aside the obvious false flag attack used to move into Yemen and ask the larger question: why?

Why Yemen? There are a few solid explanations, including the rather suspicious financial dealings of Umar Abdulmutallab’s father, who has been involved heavily with Yemen Government debt:

http://willyloman.wordpress.com/2009/12/30/billions-in-recent-yememi-investments-and-the-underwear-bombers-daddy-its-a-small-world-aint-it/

But this seemingly small affair in this very small country I believe is part of a much larger design.


Yemen Rebels Labeled “Al Qaeda:”

There are most likely little to no “Al Qaeda” fighters in Yemen, but the Yemeni government has been fighting Houthi rebels in its mountain regions for years, and it seems, not doing very well. In response, Saudi Arabia insinuated itself into the fight, perhaps fearing what a revolution might do to their interests in the region. Only days before the Christmas false flag, U.S. officials were leaking their “concerns” over possible Yemeni rebel “connections” to Al Qaeda in the press:

http://www.csmonitor.com/World/terrorism-security/2009/1221/Saudi-air-strike-kills-Yemen-rebels-as-US-drawn-into-fight

What we are seeing is yet another instance in which our government labels any insurgency group not as rebels with their own particular cause, but as “Al Qaeda,” a global James Bond-ian terrorist conspiracy. Its simple really; if someone stands in the way of your interests, label them as Al Qaeda and a decent sized portion of the American public will look the other way while you bomb their children.


Russia Expanding In the Middle East:

Now we get to the heart of the matter. Many of us have already forgotten the brief war between Russia and Georgia, started when U.S. backed Georgia invaded South Ossetia unprovoked, randomly shooting and bombing civilians, causing Russia to intercede. Not long after this event, Russia began announcing openly plans to expand its navy into the Middle East, including the construction of Navy Bases in Yemen, and Libya, as well as the modernization of a navy base the Russians already control on the coast of Syria:

http://www.abc.net.au/news/stories/2009/01/16/2468180.htm

http://www.haaretz.com/hasen/spages/1020643.html


Yemen’s dealings with Russia also include major arms sales:

http://www.nytimes.com/2009/02/27/world/africa/27iht-27yemen.20489549.html?_r=2


Yemen recently announced plans to work closely with Iran in defending its coast from pirates:

http://www.presstv.ir/detail.aspx?id=99165&sectionid=351020101

What does the U.S. presence in Yemen mean? It means a lot of ruffled feathers (or at least the appearance of such) and the increase of Middle Eastern tension to whole new level, conceivably putting us in a position of clashing with Russian interests.


Enter Israel.

The Israeli Government has said openly and often that it deems Iran a target if they continue to build nuclear power facilities, even going so far as to draw up plans to use low-yield nuclear weapons against them:

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/article1290331.ece

http://articles.latimes.com/2009/aug/30/opinion/oe-zenko30

This leads us to what may end up being the most important news of last year besides the “Great Recession”; a defense pact signed between Iran and Syria:

http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1260447419513&pagename=JPArticle%2FShowFull


So, what elements are we dealing with here?

We have a nuclear armed Israel itching to attack Iran. We have Iran engaged in a defense pact with Syria against Israel. We have Syria with Russian navy bases and weapons on its soil, and we have the U.S. rampaging through the Middle East encroaching on the borders of Pakistan and Yemen, essentially pissing off everyone. What we have is a Globalist made recipe for disaster, using the same ingredients they have used for the last several major wars.


The Trigger:

An Israeli attack on Iran could draw in the U.S., especially if Russia were to intervene through Syria. The likelihood of a large scale false flag attack is also very high over the next couple years, designed to frighten the American people into support for police state conditions at home, as well as greater complicity in an expanded war overseas. The war would not even necessarily have to become a nuclear event as is commonly expected (the elites would rather keep the planet in good condition for themselves), or even develop far beyond the Middle East. Its effects would still be felt everywhere.


The Advantages Of World War (For Globalists):

As we have covered in previous articles, Russia and other BRIC nations are moving to shore up wealth, buying gold and diversifying their currency holdings away from Treasuries and U.S. Dollars. This indicates the probability that they will soon drop the dollar as the world reserve currency if not entirely. Russia has in several instances stated its desire for a “world currency” and even world government, just as political elements of the U.S. and Europe have in the past. I believe what we see unfolding is a scenario much like that of WWII, except this time, the U.S. sits in the position of the Weimar Republic, its currency ready to hyperinflate, it treasury on the edge of insolvency, its debt holders becoming its enemies, and its government looking for any excuse to dilute personal liberties for the “greater good”.

Russia and other eastern nations appear to be forming an opposing economic (and perhaps political) block, yet the ultimate goal of the elites there is the same as it is for elites here. If war were to occur, it would once again be puppet governments set loose upon each other in an illusory conflict in which the real targets are the masses themselves.

The goal is to force the people to take sides, to divide them against each other and make them forget the true enemy; the elites who cultivated the problem in the first place. Under the threat of world conflict or rampant terrorism, the average American could be made to feel “disruptive,” or even “traitorous” for speaking out against the war, while those who point out the dangers of the police state could simply be labeled terrorists themselves. Such an atmosphere could also distract our attentions away from the eminent economic breakdown. It is difficult to imagine this happening here, but think of how many Germans laughed at Hitler in his early days, as opposed to how many eventually followed him when they were faced with absolute desperation.

In the midst of all this of course would stand the EU and the UN. I believe whether a war is triggered or the economy is simply left to disintegrate, it will be the UN and European interests that “dash to the rescue” with a new stabilized currency and unified government when all seems lost. Just as in the past, Globalists want to erase history, rewrite it, and play the part of the hero. With an extra century or more of constant propaganda, who would know to argue otherwise?

The Solution

What we have just covered is a possible state of affairs based on the circumstances of the moment. It is by no means our fate. What this examination is meant to convey is the gravity of the task before us, and the reality that it is we who must halt the machine in its tracks. We cannot leave it to future generations; to our children or theirs. It must stop right here. This is our fight, and if we do not succeed then there may not be a second chance for humanity. By continuing to educate our neighbors on the threats confronting us, and by preparing for the worst, mentally as well as physically, no future is set in stone.

I sometimes hear words like “impossible,” “pointless,” “futile,” in regards to our situation, and the obstacles which we face. “Impossibility” is an empty term driven by doubt, not by concrete reality. There is no “impossibility,” only destiny, and destiny is something we make, not follow. As far as I have seen men fall, I have never in the whole of my life believed there was anything we could not do. As long as we hold by what is true, there is no such thing as the insurmountable.

Regardless of where we are headed, be it moderately troubling times, or the worst of all possible worlds, our job here now is to at once walk through fire and yet stand immovable. This is what we are here to do.


Published: Jan. 08, 2010 – NeitherCorp Press